La stazione di servizio in piazzale Lotto non esiste più, al suo posto sorge da decenni un McDonald’s, punto di riferimento per il popolo di San Siro. Un luogo di passaggio, in mezzo al traffico della circonvallazione, che la notte fra il 9 e il 10 febbraio 1967 fu teatro di una rapina finita nel sangue: un "biondino" armato di pistola uccise il benzinaio Innocenzo Prezzavento, che si rifiutava di consegnare 8.660 lire. Il primo atto della storia di un clamoroso errore giudiziario, perché Pasquale Virgilio finì in carcere per un omicidio mai commesso e fu assolto grazie anche all’intervento del penalista Giandomenico Pisapia, padre dell’ex sindaco. Ma anche il banco di prova per trame nere "all’alba della strategia della tensione". I "responsabili morali", gli estremisti di destra Gianni Nardi e Giancarlo Esposti, sono morti negli anni ’70. Roberto Rapetti, autore materiale, finì suicida in carcere. Anche Pasquale Virgilio si è spento, all’età di 82 anni, nel marzo scorso. Una vicenda dimenticata, raccontata in passato dal giornalista Guido Vergani, e ora riportata a galla da Riccardo Rosa, autore del libro “Nottataccia a piazzale Lotto“ (Pendragon), che vedrà la sua prima presentazione in una libreria nei pressi del luogo dove tutto è iniziato.
Un racconto attraverso atti giudiziari e articoli pubblicati all’epoca da quotidiani milanesi, tra cui Il Giorno e il Corriere, ambientato nella Milano che nel 1969 sarebbe stata sconvolta dalla strage di piazza Fontana. Una Milano industriale e popolare, meta dell’immigrazione dal Sud, una società in cambiamento. Delinquenza comune e le prime mosse di giovani, come Nardi ed Esposti, che negli anni successivi sarebbero divenuti esponenti di spicco della destra eversiva. Tra i protagonisti del processo a un innocente c’è anche quel magistrato, Pasquale Carcasio, che nel 1966 era salito alla ribalta per il caso della “Zanzara“, l’articolo sul giornale del Parini accusato di "oscenità". Un contesto attorno al delitto di piazzale Lotto, che si colloca all’alba della strategia della tensione: Guido Salvini, magistrato da poco in pensione ed esperto di terrorismo, intervistato nel libro la definisce come "una serie di attentati effettuati in luoghi pubblici, mirati a creare paura e a fare in modo che la maggioranza della popolazione chiedesse una sterzata autoritaria".
Andrea Gianni