Il custode di Milano: "Quei soldi me li giocavo al casinò di Montecarlo" - Truffa al portinaio: ammette di aver usato il denaro per soddisfare il vizio del gioco

Un custode di 60 anni è stato arrestato per truffa dopo aver tentato di vendere lo stesso appartamento 14 volte. Ha ammesso di aver usato parte del denaro intascato per andare a giocare a Montecarlo. Le truffe sono state rese possibili dall'aura di onestà che lo circondava.

MILANO

Il denaro della truffa gli serviva per soddisfare il suo vizio del gioco. Bella vita a Montecarlo. Ha ammesso tutto nell’interrogatorio davanti al gip il custode di 60 anni arrestato nei giorni scorsi per truffa, dopo avere tentato di vendere per 14 volte lo stesso appartamento nel palazzo in cui lavorava in via Vittorio Veneto. Il portinaio, sentito dal giudice Guido Salvini, ha confessato di avere usato parte del denaro intascato grazie alle truffe per andare a giocare nei casinò di Montecarlo. Secondo quanto emerso dalle indagini svolte dalla polizia e coordinate dai pm Maura Ripamonti ed Eugenio Fusco, ai potenziali acquirenti l’uomo diceva di essere stato delegato dai padroni di casa per la compravendita, esibendo anche una falsa "perizia giurata". Dopo avere fatto visitare loro la casa, servendosi di una copia delle chiavi che gli aveva lasciato lo stesso proprietario per le emergenze, convinceva le vittime a versare un anticipo di circa 10 mila euro. Le truffe sono iniziate tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, andando avanti fino al febbraio del 2023, quando poi viene allontanato dal condominio.

Oltre un anno di imbrogli, quindi, reso possibile "grazie all’aura di onestà ed affidabilità che lo circondava - osserva il gip Guido Salvini - che ha di fatto consentito che così tanti fossero i truffati e che tanti potessero credere nelle sue bugie, in parte anche oltre la ragionevolezza". In alcuni casi, infatti, "i prezzi indicati erano così fuori mercato da essere poco credibili per una persona di media esperienza, ma che solo la fiducia riposta nel mediatore poteva indurre a pensare che non si trattasse di una truffa". Con l’unica persona tra le vittime che non era residente nel palazzo, il custode si era finto inoltre un affermato avvocato molto facoltoso. Sapendo che l’uomo preso di mira frequentava spesso un negozio di lusso in via della Spiga, il 60enne ci andava a sua volta e "spendeva considerevoli somme di denaro per l’acquisto di capi di abbigliamento", offrendo "cene e aperitivi" alle commesse. "La dedizione dell’indagato ad attività di truffa", scrive il gip Guido Salvini, è giunta "sino a costruirsi un’altra personalità". Sono stati i proprietari degli immobili a denunciare e far scattare le indagini quando hanno scoperto che qualcuno cercava di truffarli. An.Gi.

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