Una lunga giornata all’insegna dello sport, del divertimento e dell’inclusione sociale. Il "sogno folle" ideato dal presidente del Centro sportivo italiano di Milano Massimo Achini è diventato realtà. In occasione della festa degli 80 anni dalla fondazione del Csi piazza del Duomo è stata trasformata per un giorno in un enorme centro sportivo. Campetti da calcio e da basket accanto alla Galleria Vittorio Emanuele, pedane di scherma a due passi dal sagrato della cattedrale, pareti da arrampicata, simulatori, piste di atletica e tanto altro.
All’ombra della Madonnina, fra musica, stormi di piccioni e turisti a metà tra il sorpreso e il divertito, centinaia di ragazzi provenienti dalle società e dagli oratori affiliati al Csi hanno praticato svariate discipline sportive e soprattutto hanno avuto la possibilità di fare ciò che risulta più naturale a questa età: stare insieme divertendosi. Tra gli ospiti di spicco l’ex calciatore dell’Inter e della Nazionale Giuseppe Bergomi, travolto dall’affetto di tifosi di ogni età. Ma il Csi Day è stato qualcosa di più di un semplice momento di sport. La festa in Duomo ha unito le massime istituzioni politiche e religiose della città, arrivate in piazza per celebrare un’organizzazione che da decenni contribuisce a far crescere generazioni di giovani, promuovendo valori di educazione e impegno.
"La politica da sola non ce la può fare in tempi così complessi. Servono alleati come il Csi, che fanno sport, ma anche educazione e integrazione. Lo sport è alla base ma è fondamentale avere un ruolo di presidio del territorio. Bisogna stare anche nei luoghi difficili, dove serve ancora di più esserci", ha spiegato in apertura di giornata il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Come momento più iconico la proclamazione del primo “Editto“ della storia dedicato al Csi e presentato in quattro articoli dall’arcivescovo Mario Delpini. "Lo sport del Csi è per tutti. Per grandi e piccoli, italiani e stranieri, normodotati e persone con disabilità, per tutti i cittadini del mondo. Lo sport del Csi fa bene a tutti. A ragazzi, allenatori e genitori. Chi è iscritto al Csi deve essere consapevole che però lo sport non è tutto. Ci deve essere sempre tempo per lo studio, per la famiglia e per la preghiera", ha detto Delpini.
Lo sport è dunque per tutti e il Csi Day lo ha dimostrato dando ampio spazio infine alla diversità come simbolo di inclusione. Dalle gare di calcio integrato a quelle di pallavolo per sordi, passando per gli allenamenti di basket in carrozzina. Perché come ha sottolineato il presidente della Nazionale italiana non profit, Angelo Fasola, "dove c’è sport c’è il sociale. E lo sport è la forza necessaria per portare avanti idee di inclusione e condivisione".