Il ceto medio impoverito A rischio un contribuente su 5 Coppie con figli sotto pressione

Il report Acli-Irs: "A Milano e in Lombardia aumentano le fragilità e le disuguaglianze". Le famiglie in crisi tagliano le spese sanitarie “sacrificabili“, dal dentista all’oculista.

di Andrea Gianni

La stabilità del cosiddetto “ceto medio“, a Milano e in Lombardia, "è solo apparente". Le famiglie sono sotto pressione, aumentano le disuguaglianze e l’impoverimento colpisce soprattutto coppie con figli, giovani e donne. E, quando si aggiunge il carico di assistenza verso persone malate, anziane o disabili, ogni equilibrio salta. Una fotografia scattata da una ricerca Acli-Irs, sulla base di un campione delle dichiarazioni fiscali degli utenti dei Caf, tra lavoratori e pensionati. Dall’analisi dei dati, emergono una serie di fattori di rischio. Oltre alle differenze di reddito fra uomini e donne, emergono disuguaglianze generazionali. I contribuenti di età superiore a 67 anni del campione presentano redditi mediani per il 44% più elevati dei contribuenti tra i 30 e i 45 anni. E a soffrire di più, in una regione con un costo della vita alle stelle, sono soprattutto i genitori con figli minorenni. Tra i contribuenti con figli a carico si registra infatti un valore mediano dei redditi molto basso, pari a circa 12mila euro, contro gli oltre 21mila di coloro che non ne hanno, a conferma della maggiore esposizione al rischio povertà tra le famiglie con figli.

Le famiglie arrivano quindi a tagliare le spese per l’istruzione, e anche quelle sanitarie ritenute “sacrificabili“: i contribuenti più ricchi del panel spendono in media il 25% in più in ottico e il 20% in più per spese dentistiche rispetto al quinto più povero della popolazione. Proiettando i dati del campione sulla popolazione lombarda, emerge che più di un contribuente su 5 appartiene alla categoria dei "vulnerabili", che a redditi inferiori a 14mila euro annui uniscono anche qualche altra forma di disagio economico o sociale. In Lombardia vivono quindi 900mila persone con un reddito per due volte e mezzo più basso di quello del resto della popolazione. E a Milano? I redditi medi sono più alti rispetto ad altre città, ma le disuguaglianze sono più spiccate. "Stiamo attraversando anni di cambiamenti profondi – spiega Martino Troncatti, presidente regionale di Acli – che anche nella “ricca” Lombardia, spesso determinano un aumento delle fragilità, delle disuguaglianze, del rischio di vulnerabilità".

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