MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

"Il centrodestra è diviso Ecco la strada per riunirlo"

Valditara (Lettera150): nelle grandi città la coalizione ascolti la società civile. Le Regionali del 2023? La Moratti ha una marcia in più, sia lei la candidata

di Massimiliano Mingoia

Ripartire dalla cultura per ricostruire il centrodestra. Dopo la frattura provocata dall’elezione del presidente della Repubblica, Giuseppe Valditara, milanese, docente universitario, già senatore per tre legislature, ora animatore del think tank “Lettera150’’ che raggruppa professori e intellettuali di area liberalconservatrice, propone una strada per far riavvicinare Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Valditara, quale strada?

"Ho già vissuto in prima persona l’operazione che nel 2000 portò alla ricucitura tra Berlusconi, Fini e Bossi dopo la rottura del 1996, quando la Lega si presentò da sola contro FI e An alle elezioni politiche. Allora, con l’Osservatorio, il centrodestra ripartì dalla cultura, cioè dai valori e dalle proposte concrete. Credo che la stessa cosa si debba fare adesso. Certo, in questo momento ci sono molti rancori e risentimenti. Ma l’unità è una strada necessitata. Noi di Lettera150 vogliamo offrire occasioni di dialogo e spazi di confronto tra le tre grandi forze politiche del centrodestra, il cui elettorato, al di là delle sfumature, è fortemente unitario. Dal 1948 in poi c’è sempre stata una maggioranza morale di italiani che si identifica nei valori della libertà, della proprietà privata e dell’identità nazionale. Una maggioranza che deve essere politicamente rappresentata".

Ma la visione liberalconservatrice proposta da Lettera150 è compatibile con il populismo e il sovranismo di Lega e FdI?

"Il populismo lo giudico negativamente. Il sovranismo, invece, per come lo intendo io, è la centralità della sovranità popolare, ciò che sostiene l’articolo 1 della nostra Costituzione. In questo senso, chi non è sovranista è antidemocratico. Dunque penso che i tre partiti del centrodestra stiano dentro un orizzonte liberalconservatore. Il primo libro della nuova collana di Lettera150, “La sfida dei liberalconservatori’’ (la Bussola) ha l’obiettivo di contribuire a fornire le fondamenta culturali a tutta un’area politica. È la prima volta che 15 intellettuali si schierano culturalmente con una iniziativa che è un po’ un manifesto".

Venendo a temi più locali, il centrodestra ha difficoltà a vincere le Comunali nelle grandi città, da Milano a Roma. I candidati della società civile perdono. Perché?

"Perché il centrodestra, prima delle elezioni, dialoga poco con la società civile. Questo approccio deve cambiare. Ci vuole un atto di coraggio. Gli imprenditori e gli intellettuali devono poter esprimere le proprie posizioni, non c’è bisogno di occasionali portatori d’acqua".

Nel 2023 sono in programma le Regionali. In Lombardia il centrodestra, dopo 2 anni di pandemia, rischia di perdere?

"Mi auguro di no, perché il centrodestra ha ben amministrato e perché la Lombardia è la regione più avanzata d’Italia. Perdere qui sarebbe un disastro. Da quando Letizia Moratti è stata nominata assessore alla Sanità, la Lombardia è tornata ad essere la regione più efficiente in Italia nella gestione dell’emergenza Covid. Ho conosciuto Letizia quando era ministro dell’Istruzione, ha certamente una marcia in più. Il mio parere è che sarebbe un ottimo candidato presidente della Regione".