
Le prestazioni e i relativi prezzi erano indicati come fossero sul menù di una pizzeria. "Grazie per le informazioni – scriveva un cliente soddisfatto delle offerte –. Scelgo questo. Mi farò riconoscere tramite messaggio". È una delle tante ordinazioni segrete scovate dalla polizia, che ha arrestato Benedetto e Gaetano Raccuglia, padre e figlio di 64 e 32 anni, entrambi originari di Palermo, per il reato di favoreggiamento, reclutamento e sfruttamento della prostituzione. Una volta in manette, il sessantacinquenne ha rivelato di aver lavorato 17 anni come carabiniere e, per 16 di questi, nei servizi segreti. Poi di aver aperto un’agenzia di investigazioni insieme al figlio, che è naufragata. Le indagini del commissariato Monforte Vittoria diretto da Manfredi Fava sono partite dagli esposti di cittadini su un viavai sospetto in un centro di tatuaggi di via Mantova, tra la zona di corso Lodi e Porta Romana: è stato accertato come il negozio fosse solo una copertura. Di fatto, era un’alcova. I poliziotti, dopo sei servizi di appostamento e osservazione, hanno appurato la presenza costante dei due uomini che si alternavano sul marciapiede per indirizzare i clienti verso l’ingresso secondario utilizzato durante il lockdown, mentre la cler sulla strada restava abbassata, e poter consumare nel locale prestazioni sessuali a pagamento, a quanto pare anche con il placet della custode del condominio che consentiva i movimenti. La donna al momento risulta irreperibile. L’attività veniva gestita come un’impresa: nel 2016, era stata regolarmente registrata alla Camera di commercio l’associazione "Salute e benessere", legata all’attività.
Il locale era intestato al figlio mentre il numero di telefono al padre. Era stato messo a punto un sistema di prenotazioni on line grazie al quale gli interessati potevano scegliere tra varie offerte, con prezzi che variavano da 80 a 150 euro. E i clienti erano due o tre al giorno. Padre e figlio intascavano il 50% dei guadagni, mentre il resto era per due ragazze rumene di 24 e 33 anni, le vittime dello sfruttamento. Prima di loro, ha accertato la polizia, i due uomini si servivano di ragazze italiane. E l’attività era cominciata molto prima dell’emergenza Covid.
Marianna Vazzana