Il carcere dopo l’inchiesta. Altri ragazzi potrebbero raccontare gli abusi, in servizio nuovi agenti Dialogo e sicurezza rafforzata: "È una polveriera"

Dopo l'inchiesta sul carcere minorile Beccaria a Milano, si evidenzia la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e di promuovere un dialogo con i ragazzi detenuti per prevenire episodi di violenza. Sono emerse criticità legate alla gestione della struttura e all'abuso di potere da parte degli agenti. Si sollevano proposte per una revisione del sistema penitenziario e per favorire interventi alternativi alla detenzione.

Il carcere dopo l’inchiesta. Altri ragazzi potrebbero raccontare gli abusi, in servizio nuovi agenti Dialogo e sicurezza rafforzata: "È una polveriera"

Il carcere dopo l’inchiesta. Altri ragazzi potrebbero raccontare gli abusi, in servizio nuovi agenti Dialogo e sicurezza rafforzata: "È una polveriera"

Il dialogo con i ragazzi ma anche un rafforzamento delle misure di sicurezza, perché "il Beccaria è una polveriera" che rischia di scoppiare. La vita quotidiana nel carcere minorile prosegue, dopo l’inchiesta, lungo un doppio binario. Ascolto e interventi per contenere e prevenire possibili esplosioni di aggressività, nella struttura che ospita un’ottantina di detenuti, in una situazione di cronico sovraffollamento. "Sono entrati in servizio nuovi agenti – spiega don Claudio Burgio, cappellano del Beccaria – noi stiamo cercando di dialogare con i ragazzi, di riflettere con loro, ma non è facile. Anche noi siamo rimasti increduli, non esserci accorti di nulla è stato un fallimento. Certi comportamenti non si possono giustificare ma bisogna fare una riflessione più ampia: questi agenti sono stati abbandonati, senza una guida, in un carcere rimasto per anni senza una direzione stabile. Il problema è di tutto il sistema".

Altri ragazzi, ora che si è alzato il velo, potrebbero raccontare altri abusi subiti. Giovani che sono "assuefatti alla violenza", tanto che nel carcere le botte e gli schiaffi "educativi" degli agenti venivano considerati "normali". Una riflessione arriva anche dallo psicologo Simone Feder, fondatore della Casa del giovane di Pavia, comunità che accoglie anche ragazzi usciti dal carcere. "La gestione di questi luoghi di sofferenza va rivista – spiega – i ragazzi sono come una piantina fragile, vanno accolti e ascoltati. Bisogna tornare a essere umani, aprire le porte del carcere al mondo esterno, perché le regole imposte con la violenza creano solo altra violenza". Un problema anche di interventi per evitare il carcere, perché la "custodia cautelare in comunità sta dando ottimi risultati". Il senatore del Pd Franco Mirabelli, intanto, ha presentato un’interrogazione parlamentare sul caso Beccaria. E il segretario generale della Fns Cisl Massimo Vespia chiede "un piano straordinario d’intervento per il sistema penitenziario allo sfascio".

Andrea Gianni

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