ANDREA GIANNI e NICOLA PALMA
Cronaca

Il carabiniere al corteo a Milano: “Non riconosco Mattarella”. Subito trasferito dall’Arma

Le parole del maresciallo capo durante il presidio pro Gaza. La Procura apre un’indagine "Non è il mio presidente". La manifestante 94enne: sconcertata da quelle frasi. Poi le scuse.

"Cos’ha detto il vostro presidente? Il presidente Mattarella cos’ha detto?". Pomeriggio di sabato scorso, siamo in via Padova a Milano. Circa 1.200 manifestanti pro Gaza hanno deciso di sfidare i divieti e di partire comunque in corteo, salvo essere fermati dopo un centinaio di metri da uno sbarramento di poliziotti e carabinieri in assetto anti-sommossa. Lo stallo va avanti per circa un’ora.

Franca Caffa al corteo a Milano
Franca Caffa al corteo a Milano

Ed è in questa lunga e tesissima fase di impasse – che poi le prime file romperanno all’improvviso con un doppio tentativo di sfondare il cordone di sicurezza – che Franca Caffa, 94 anni, fondatrice a fine anni Settanta del Comitato Inquilini del quartiere popolare Molise-Calvairate premiata a dicembre dal Comune con l’Ambrogino d’oro, si rivolge a uno dei militari: "Il presidente Mattarella cos’ha detto?", con riferimento alla frase "Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno stato", pronunciata dal Capo dello Stato in occasione del Giorno della Memoria.

La risposta è spiazzante, come ripreso nel filmato di un videomaker della piattaforma Local Team: "Con tutto il rispetto signora, non è il mio presidente". "Di che Paese è lei?", lo incalza Caffa. "Non l’ho votato, non l’ho scelto io, non lo riconosco", la replica del maresciallo capo G.M., 54 anni, in servizio al Terzo Reggimento Lombardia. Quelle immagini hanno fatto il giro del web e generato l’immediata reazione del Comando generale dell’Arma: "È stata già informata l’autorità giudiziaria ordinaria e quella militare, e nei confronti del militare, con immediatezza, saranno tempestivamente adottati tutti i provvedimenti necessari, sia di natura disciplinare sia d’impiego, trasferendolo in incarico non operativo", la nota. La Procura di Milano aprirà un fascicolo sull’accaduto: il carabiniere potrebbe essere indagato per il reato di "offesa all’onore o al prestigio del presidente della Repubblica". In serata, sono arrivate le scuse del militare: "Il presidente della Repubblica è il mio simbolo. Mi sono ritrovato a dire una frase stupida e non pensata veramente, sono mortificato".