Il bullismo visto dalla generazione Alpha

Attenzione verso gli atti di violenza nelle scuole italiane. Il fenomeno non accenna ad arrestarsi neanche sul web

Un atto di bullismo non è uno scherzo, ma una forma di violenza.

Negli ultimi anni il bullismo si è sviluppato anche in un’altra forma, attraverso i social, creando il cyberbullismo.

Il bullismo può partire da una persona che influenza gli altri con la sua opinione, si viene così a creare un gruppo che prende di mira la vittima e questa è una cosa ingiusta.

Rubare una fotografia, modificarla, pubblicarla sui social senza il consenso della persona raffigurata e commentarla in modo dispregiativo, divulgare false testimonianze e notizie imbarazzanti sono tutti comportamenti da cyberbullo.

Oggi 4 ragazzi su 10 sono vittime di cyberbullismo, in particolare secondo alcune statistiche quasi il 20% degli undicenni sono stati o sono ancora vittime di bullismo.

Ma come ci si può difendere? Per difendersi dal cyberbullismo non si deve essere mai soli. Bisogna raccontare tutto alle persone più care. E’ importante che le scuole non restino in silenzio davanti a episodi di bullismo solo per mantenere una buona reputazione, devono agire e punire.

Molte persone dicono di non bullizzare però quando c’è in corso un atto di bullismo non intervengono. Intervenire con la violenza però non è mai il modo corretto, ma provare a parlarci può essere una soluzione. Quando si parla con i ragazzi è importante non farlo in modo freddo e distaccato, ma bisogna provare ad arrivare al loro cuore. Conversare con i ragazzi, far vedere loro un film o leggergli un libro che tocca questi argomenti potrebbe essere un modo per affrontare la questione.

Ad esempio nel libro “Io dico no al bullismo” di Alberto Pellai e Barbara Tamborini viene raccontata una storia realmente accaduta riguardo questo argomento in cui il protagonista è Daniel. Abitava in un quartiere che veniva chiamato quartiere a rischio, dove avvenivano fatti di disagio sociale. Il ragazzo voleva farsi notare, fare una bella vita, essere considerato come uno che contava nel suo quartiere. Voleva essere rispettato da tutti e inserirsi nei gruppi, decise così di prendere la via più facile, diventare un bullo, disprezzare le regole e farsi temere con ogni mezzo. Daniel però con il tempo si rese conto che essere bullo non era corretto, che il rispetto delle regole ti dà la libertà di poter diventare una persona migliore, dando la dimostrazione che i bulli possono cambiare.

Il 7 febbraio 2017 è stata istituita la giornata contro il bullismo e cyberbullismo, questa data è un’occasione per far riflettere i ragazzi attorno a questo argomento e permettergli di capirlo in modo approfondito. Se ti senti inferiore e non stai bene con te stesso non sminuire gli altri ma cerca supporto per stare meglio. Agli adulti invece è essenziale ricordare che è importante punire ma è altrettanto necessario educare.