Il braccio di ferro per il glicine Il sindaco chiama ad una scelta "O la pianta o il nuovo museo"

Sala: se per l’opinione pubblica conta di più l’albero, rinunciamo allo spazio sulla Resistenza. La replica dell’ambientalista Monguzzi: questo è un ricatto sbagliato, si può fare tutto.

Il braccio di ferro per il glicine  Il sindaco chiama ad una scelta  "O la pianta o il nuovo museo"

Il braccio di ferro per il glicine Il sindaco chiama ad una scelta "O la pianta o il nuovo museo"

di Giambattista Anastasio

"Si sta valutando come si può salvare il glicine ma il problema come sempre sono i costi. Se si dovesse andare verso un costo eccessivo, a quel punto vediamo cosa fare: non è un obbligo per Milano fare il Museo della Resistenza". Dopo settimane di polemiche e di appelli in favore non solo del glicine di piazza Baiamonti – per l’esattezza quello del Circolo dei combattenti – ma anche delle piante del giardino comunitario intitolato a Lea Garofalo, tutte in predicato di essere rimosse proprio per lasciare spazio al nuovo spazio espositivo, il sindaco Giuseppe Sala mette tutti davanti ad un aut aut: le piante, appunto, o il polo della memoria. "Per me – prosegue il primo cittadino – sarebbe un grandissimo peccato che si rinunci al museo ma se l’opinione pubblica considera il glicine più importante del museo e se spostare il glicine è costosissimo, allora vorrà dire che rinunceremo al Museo della Resistenza. È chiaro che poi ognuno si prenderà le sue responsabilità".

A stretto giro di posta la replica di Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde in Consiglio comunale: "Che errore colossale fa il sindaco sul glicine. È un ricatto inaccettabile contrapporre l’esistenza del glicine e dei tigli al Museo della Resistenza. Abbiamo sempre e solo chiesto una piccola e possibilissima variante di progetto per fare coesistere lo spazio espositivo sulla Resistenza e gli alberi. Basta poco. Lo ha chiesto il Consiglio comunale all’unanimità e una grossa parte dell’opinione pubblica – ricorda Monguzzi –. Perché non si può fare una variante? Non è un razzo che deve andare su Plutone a cui noi vogliamo togliere un motore. Risolviamo i problemi, e questo è semplice, i proclami lasciamoli ad altri".

Nelle ultime settimane gli appelli per salvare le piante sono arrivati per l’esattezza da Giovanni Storti, comico del trio “Aldo, Giovanni e Giacomo“, ma anche dal gruppo musicale “Elio e le Storie Tese“ e da Germano Lanzoni, il "milanese imbruttito" nonché speaker del Milan, quando i rossoneri giocano a San Siro. A sollevare il caso, insieme ai Verdi, è stata l’Anpi.

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