Il boss Di Lauro morto in cella Autopsia del pool della Cattaneo

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Bisognerà aspettare fino a giovedì per sapere com’è morto Cosimo Di Lauro. Il boss 49enne, in carcere dal 2005, è stato trovato senza vita nella sua cella lunedì mattina. Sul corpo non c’erano apparenti segni di violenza. Nella notte nessuno degli agenti in servizio nell’ala dedicata ai detenuti in regime di 41 bis del carcere di Opera si era accorto di nulla.

A fare luce sul mistero del decesso del reggente del clan di Secondigliano, figlio di Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo ‘o Milionario, ci penserà il pool di medici legali guidato da Cristina Cattaneo. Il pm Roberto Fontana ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha disposto l’autopsia, oltre ad una serie di accertamenti medico legali. Tra questi, il più importante è certamente l’analisi tossicologica, che potrà confermare i dubbi su un possibile avvelenamento. O al contrario confermare l’ìpotesi della morte naturale del boss, nonostante la sua giovane età.

Dell’uomo dallo sguardo fiero e tracotante che nel 2005 era stato arrestato, il carcere aveva ormai cancellato ogni traccia. Di Lauro, come raccontano i suoi legali, negli ultimi anni non era più il “principe” dei narcos che aveva messo a ferro e fuoco Scampia, ma la sua mente si era offuscata. E si era lasciato andare alla trascuratezza. "Ormai non rispondeva alle domande, era sempre silenzioso, con lo sguardo assente. Durante i colloqui mi fissava ma dava la sensazione che non fosse in grado di comprendere. L’autorità giudiziaria riteneva stesse fingendo. Se così è stato allora era anche un grande attore... ", racconta il suo avvocato Saverio Senese. Del boss dai mille soprannomi, fonte di spunti per la figura di Genny Savastano nella fiction Gomorra, non era rimasto più nulla.P.V.

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