"Il 96% degli universitari vuole andare nelle aule"

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"Il rientro in aula oggi è stato elettrizzante, anche gli studenti erano contenti. Abbiamo bisogno di stare insieme". Il Politenico, da ieri, è tornato a fare lezione anche in presenza. Tra i primi docenti ad essere rientrati all’interno del campus, Renato Casagrandi, professore di Ecologia urbana dell’ateneo.

Com’è stato tornare in aula?

"Ero entusiasta, anche gli studenti lo erano, il 96% ha detto di voler tornare a vivere il campus in sicurezza.".

Si sarebbe mai aspettato uno scenario simile?

"Assolutamente no. La pandemia come una macchina del tempo ci ha portato avanti di anni. Abbiamo dovuto reinventare il modo di fare lezione. Il coronavirus come uno tsunami è arrivato all’improvviso. Un anno fa, nelle prime settimane, continuavamo a lavorare convinti che da lì a poco si sarebbe potuti tornare alla normalità ma poi ci siamo resi davvero conto della gravità della situazione".

I suoi studenti come hanno vissuto questi mesi?

"Inizialmente male, non è stato facile per tutti. In una lezione mi hanno chiesto di poter fare il minuto di silenzio. Poi con il tempo siamo riusciti a creare un clima da classe virtuale ma chiaramente non è la stessa cosa. Quelli che aprivano il microfono erano i soliti 15, questo ha comportato che chi tendeva a nascondersi lo poteva fare ancora di più senza esporsi. In tutto questo periodo, abbiamo letto i form anonimi degli studenti e ascoltato i loro suggerimenti".

La più grande difficoltà nel fare lezione a distanza?

"Non poter leggere negli occhi i ragazzi. Non poter dedurre se hanno capito o meno l’argomento che stavo spiegando. La classe è un mondo, ha una sua dinamica interna fatta di fili sottili che se rotti rendono tutto complicato. Non è facile fare lezione con uno schermo nero. Il problema di interazione è molto serio. L’atmosfera di classe non si riesce a creare dietro uno schermo".

Anche le cerimonie di laurea sono passate a distanza…

"Abbiamo cercato di riprodurre il rito online. Non è stato facile anche questo, i ragazzi sentivano come se qualcosa gli fosse stato preso. Ci sono molti aneddoti divertenti, di norma sono le nonne che dietro le quinte si emozionano e corrono ad abbracciare i nipoti. Siamo tutti umani". F.D.

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