Il 3,2% di giovani ha avuto il Covid. "Ma no a troppi tamponi ai bimbi"

Test sierologici pungidito in 14 scuole, la percentuale più alta di infettati nella fascia da 3 a 6 anni. Zuccotti del Buzzi lancia un allarme: l’abuso di tamponi sta facendo danni ai più piccoli, lo dicono gli otorini

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di Massimiliano Mingoia

Meglio sfatare subito un mito: il coronavirus contagia anche i giovani, persino i più piccoli. Per mesi è stato ripetuto da sedicenti esperti che gli under 18 erano quasi immuni dal Covid, ma non è così, e i numeri presentati in Comune lo dimostrano. Il professor Gian Vincenzo Zuccotti, del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Sacco e direttore della Clinica pediatrica dell’ospedale Buzzi, ieri ha illustrato durante la commissione Educazione-Politiche sociali-Pari opportunità di Palazzo Marino i risultati del progetto sperimentale di Sorveglianza sierologica dell’infezione da Sars-Cov-2 mediante test pungidito agli alunni delle scuole di Milano prima dell’inizio delle lezioni.

Un’idea sostenuta nei mesi scorsi anche da una mozione dei consiglieri del Pd Diana De Marchi e Alessandro Giungi approvata dal Consiglio comunale. "Abbiamo consegnato 6 mila kit a bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni di 14 scuole cittadine – racconta Zuccotti –. Ce ne sono stati restituiti 3 mila. Il 3,2% dei giovani che hanno effettuato il test è risultato positivo agli anticorpi, quindi ha avuto il Covid. Di questi 91 bambini e ragazzi, però, nessuno è risultato ancora positivo al virus, i tamponi hanno avuto esito negativo". Zuccotti parla anche delle differenze percentuali tra fasce di età: "6% di positivi al test tra i 3 e i 6 anni, 4% tra i 6 e gli 11, 2% tra gli 11 e 18". Il risultato, dunque, dimostra che coloro che sono stati infettati di più tra i minorenni sono i più piccoli. "A dicembre e poi a marzo rifaremo i test per capire se la presenza a scuola dei ragazzi incide sull’andamento dei contagi", spiega il professore del Buzzi, che subito dopo spiega che il costo del progetto, sostenuto interamente dal suo ospedale, ammonta a "9 euro a kit e ad esame". Considerando che l’iter è stato completato in 3 mila casi, la spesa finora è stata di 27 mila euro.

Nulla di impossibile da sostenere per un ospedale o per un ente pubblico. "Si potrebbero fare 100 mila test di questo genere a settimana. E considerando che gli studenti in Lombardia sono 700 mila si potrebbero testare tutti in breve tempo", continua Zuccotti, che dopo, però, lancia un allarme: "Siamo solo a settembre e ciò a cui stiamo assistendo, lo dico da pediatra, è un abuso di tamponi naso-faringei, tanto che gli otorini stanno già segnalando lesioni in naso e gola. Non possiamo sottoporre i bambini a continui tamponi per far stare tranquilli noi adulti. Li stiamo traumatizzando".

Intanto la professoressa Anna Teresa Ferri, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni, racconta com’è stato accolto questo progetto sperimentale da genitori e alunni, visto che la Rinnovata Pizzigoni è stata una delle 14 scuole coinvolte: "Le famiglie hanno capito che la ripartenza delle lezioni in presenza richiedeva una grande attenzione e hanno risposto alla richiesta di far svolgere i test pungidito. L’unico rammarico è che avremmo voluto che i test fossero messi a disposizione anche del personale scolastico come inizialmente previsto".

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