"Il 15% dei posti distrutto e rimpiazzato ogni anno"

Il Forum del Lavoro alla Società Umanitaria ha discusso le sfide delle trasformazioni in atto, come l'intelligenza artificiale, la transizione digitale, ecologica ed energetica. Il sistema di imprese italiano rischia di essere polarizzato, richiedendo un forte sostegno pubblico.

Le sfide delle trasformazioni in atto si scontrano con "elementi di debolezza strutturale del mercato del lavoro" italiano e lombardo, tra cui l’occupazione ancora relativamente bassa nei "settori a maggiore innovazione" e negli impieghi "a maggiore qualificazione". Poi c’è la "scarsa propensione all’investimento in formazione e riqualificazione professionale" da parte delle imprese, soprattutto nelle Pmi che continuano ad assorbire la maggioranza degli occupati. Un quadro tracciato dalla professoressa Ivana Fellini, docente di Sociologia alla Bicocca, nella sua relazione alla quinta edizione del Forum del lavoro alla Società Umanitaria. Al centro del confronto - tra i partecipanti l’assessora al Lavoro del Comune Alessia Cappello - il tema dell’evoluzione del mondo del lavoro alla luce dell’intelligenza artificiale e della transizione digitale, ecologica ed energetica.

Una questione inserita "in una fase di grandissima fluidità", come ha evidenziato la docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro Rosangela Lodigiani (Università Cattolica), "in cui ogni anno il 15% dei posti di lavoro viene distrutto e rimpiazzato da altrettante nuove professionalità".Cambiamenti che avvengono con una "velocità estrema", che rende obsolete le conoscenze professionali. In presenza di un sistema di imprese altamente polarizzato, si rischia di avere una piccola parte di aziende multinazionali d’eccellenza che riusciranno ad

andare incontro all’innovazione tecnologica in atto e di un’ampia fetta di piccole e medie imprese che non saranno in grado di investire nella transizione ecologica, digitale ed energetica. "Per far sì che la microimpresa

italiana non venga esclusa dalle trasformazioni in atto sarebbe senz’altro necessaria un forte sostegno pubblico, ad esempio attraverso la creazione di un agenzia pubblica per lo sviluppo che possa far fruttare i fondi stanziati con il Pnrr", è una delle proposte emerse dal dibattito con rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Assolombarda, Confcommercio e Unione Artigiani.

A.G.