REDAZIONE MILANO

"Ignoranza male assoluto" Don Luigi Merola racconta la lotta contro la camorra

Ai ragazzi ha parlato dell’importanza di scuole e chiese sempre aperte. I criminali intercettati nel 2004 dicevano: "Lo facciamo fuori sull’altare".

"Ignoranza male assoluto" Don Luigi Merola racconta la lotta contro la camorra

Incontri con gli studenti, l’inaugurazione del parco dedicato al piccolo Giuseppe Di Matteo e a tutte le vittime innocenti di mafia e un gran finale al teatro Cassanese, con autorità e un folto pubblico: maratona sull’Adda per don Luigi Merola, il “parroco anticamorra” patron della Fondazione “A voce d’e creature”, che dal 2007 in un palazzo confiscato a Napoli strappa alla strada e alla malavita bambini, ragazzi e giovani. Il “don” a ruota libera sui suoi argomenti forti, incontenibile come sempre, e come sempre prezioso: la sua vita sotto protezione, i rapporti con le autorità e la Chiesa, i consigli alla scuola e ai genitori, e naturalmente la storia, il presente e il futuro della Fondazione, presenza necessaria. Ma che ha bisogno anche di sostegno: a fine serata la vendita benefica del libro che racconta la storia straordinaria dell’ente e in corso conferenza gli appelli a destinare all’ente il 5 per mille. Tante le autorità ad accogliere don Luigi, da quelle comunali a quelle provinciali e regionali. A scuola il faccia a faccia con i ragazzi, "li incontro sempre con gioia, stentano a partire, poi non ti mollano più". In sala la storia della Fondazione per aneddoti e ricordi: "Veniteci a trovare, facciamo anche la pizza. Quando aprimmo il laboratorio venne subito l’Asl, e pensare che per anni il boss Brancaccio aveva avuto un leone senza che nessuno dicesse niente". La scorta, partita nel 2004 dopo le intercettazioni, inequivocabili: "Spegnetelo", "Lo facciamo fuori sull’altare". Oggi è diventata protezione. La sensibilizzazione, un’attività per don Merola continua, in giro per l’Italia, per teatri, auditorium, scuole. Sempre senza filtri. La scuola: "Così come è non mi piace. Un ragazzo non può stare ore fermo in un banco. La scuola dovrebbe essere sempre aperta, dare possibilità di ritrovarsi. I ragazzi dovrebbero essere più portati in giro, bisogna dar loro la possibilità di conoscere. L’ignoranza è il male assoluto". Aperta h24 don Merola sogna anche la parrocchia. "La mia, tanti anni fa, la tenevo aperta da mattina a sera. L’altro prete del quartiere non era d’accordo, mi segnalò alle forze dell’ordine". L’auspicio: "Un’Italia con più bambini. Ne nascono pochi". E uno spazietto per una personale crociata, quella per il celibato facoltativo del clero: "Sarebbe giusto, e risolverebbe molti problemi".

Monica Autunno

Stefano Dati