Milano, il maestro Iginio Massari apre in banca (con dolcezza) / FOTO

Da mercoledì la nuova boutique del re bresciano dei pasticceria nella sede di Intesa in piazza Diaz. Aspettando il "Pan de la Madunina"

 Iginio Massari

Iginio Massari

Milano, 11 marzo 2018 - Meglio non fidarsi della sua chioma color sale. Perché la porta un uomo che non ama andare in pensione e nemmeno rinunciare alla sostenibile leggerezza di rimettersi in gioco, come fanno gli adolescenti in cerca di una loro identità. Diamine, Iginio Massari ce l’ha, eccome! Ma – come dire – le sfide sono sfide. E Milano lo è, perché da mercoledì anche i milanesi potranno riconoscere il suo sorriso, dolce e rassicurante come i mignon che primeggiano tra le vetrine della sua mitica Pasticceria Veneto di Brescia. E lo vedranno in un posto improbabile e per questo intrigante: una pasticceria boutique all’interno di una prestigiosa sede di Intesa Sanpaolo appena ridisegnata in via Marconi angolo Piazza Diaz.

PRONTO Iginio Massari (sopra) e la boutique che inaugura mercoledì
PRONTO Iginio Massari (sopra) e la boutique che inaugura mercoledì

E comunque è tutto pronto. Ancora una manciata di ore e diventerà realtà il nuovo progetto di fruibilità degli spazi delle filiali deciso dall’importante gruppo bancario per promuovere l’idea della condivisione e non solo tra i clienti dell’istituto. E l’interessato? Forte del sostegno dei figli Debora e Nicola, ha idee chiare anche sul dono dell’ubiquità («Starò un po’ a Brescia e un po’ a Milano») aggiungendo al pragmatismo lombardo anche gli aforismi che fotografano l’uomo prima ancora del personaggio.

PRONTO Iginio Massari (sopra) e la boutique che inaugura mercoledì
PRONTO Iginio Massari (sopra) e la boutique che inaugura mercoledì
Tipo: «Odio la stupidità di chi parla di cibo sano: il cibo è solo buono o non buono». Oppure, parlando dell’amata Brescia: «È come quando sei innamorato di una donna: non stai a chiederti perché, ti piace tutto». Milano? «Lo ripeto: è una sfida. E infatti è quella che ho scelto tra le tante che in questi anni mi sono state proposte». Strana contaminazione? Perché mai? In un mondo dove lo sharing è un valore e l’inclusione una risorsa, è empatica l’idea che in un istituto bancario si possa prendere del tempo, sorseggiare un buon tè con pasticcini o informarsi sull’appeal speciale dell’arte bianca. Il messaggio è subliminale ma evidente: la vera e sola eresia è continuare a credere che una banca debba e possa essere solo uno sportello.

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