REDAZIONE MILANO

I soldi spostati dai cinesi. "È la Banca d’Italia"

Uno scambio di soldi che non prevede un passaggio materiale di consegne. Basta una foto di una banconota (con codice...

Uno scambio di soldi che non prevede un passaggio materiale di consegne. Basta una foto di una banconota (con codice alfanumerico) inviata via Whatsapp per dare il via libera a chi consegna il denaro in una parte del mondo; e lo stesso meccanismo vale per chi deve ricevere i contanti, in un’altra parte del mondo. è il metodo ideale per chi non vuole evitare la tracciabilità dei trasferimenti finanziari, in particolare i narcotrafficanti. è il metodo hawala, o Fei-Ch’ien se vogliamo dirla alla cinese. Del resto, l’ultima operazione antidroga della Squadra mobile ha evidenziato un ruolo sempre più importante degli asiatici (non inedito a queste latitudini) in questo specifico campo criminale.

Stando a quanto emerso dalle indagini, il gruppo che faceva capo a Vincenzo Mori si appoggiava a un centro di spedizione di via Lomazzo, in piena Chinatown: "L’altra ce ne portammo un manicomio", la frase che ha fatto ipotizzare ai magistrati della Dda che ci fosse un rapporto consolidato nel tempo. Altro punto di riferimento: un ingrosso con centinaia di spazi commerciali per piccoli imprenditori cinesi nell’hinterland. Lì il 12 settembre 2021 si è presentato Mori, tirando fuori dal bagagliaio dell’auto "uno più sacchetti depositati al suo interno". Cosa c’era dentro? "Centomila", la cifra captata dalle ambientali. "Qua fra è la Banca d’Italia", la frase entusiasta al socio Michelangelo Di Fazio.

N.P.