I segreti della natura La vita dei microrganismi negli ambienti estremi

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di Simona Ballatore

La sua sfida è "capire come gli organismi che vivono in Antartide sopravvivano a condizioni estreme e a temperature sottozero". Marco Mangiagalli, 31 anni, ricercatore del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze della Bicocca, ci lavora da tre anni. E per i suoi i originali lavori è tra i vincitori del Premio Giovani Talenti indetto dall’ateneo con il patrocinio anche dell’Accademia Nazionale dei Lincei.

Il cuore della sua ricerca?

"Capire come gli organismi sono in grado di vivere negli ambienti più ostili, a bassissime temperature e con pochissimi nutrienti: è affascinante di per sé, ma si possono traslare queste informazioni anche verso qualcosa di più applicato. Gli enzimi prodotti da questi batteri sono biocatalizzatori naturali che funzionano a temperature basse e possono essere utilissimi anche per applicazioni di tipo biotecnologico".

Per esempio?

"Possono essere utilizzati nei processi in cui il prodotto è labile al calore, penso alla produzione del latte senza lattosio. Oppure ho inserito uno di questi enzimi in un progetto di economia circolare finanziato da Fondazione Cariplo per valorizzare un prodotto di scarto, come il siero di latte, che può essere utilizzato per produrre polimeri e bioplastiche ecosostenibili".

Vorrebbe continuare a lavorare nella ricerca anche in futuro?

"Sì, sappiamo che in Italia non è ancora facilissimo ma ci proviamo! Speriamo con il Pnrr di cogliere una serie di opportunità in modo da competere con altri Paesi".

La domanda-chiave alla quale vorrebbe riuscire a dare una risposta?

"Mi piacerebbe capire ancora di più come è possibile vivere in questi ambienti estremi, perché si aprono una serie di scenari. Se le condizioni fossero simili ad altri pianeti potremmo scoprire anche se c’è qualcun altro nella nostra galassia".

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