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I privati al ministro: più soldi contro il caro energia

La sanità privata lombarda bussa già alla porta del neoministro della Salute Orazio Schillaci, per chiedergli di aumentare le risorse assegnate dal governo precedente col decreto "Aiuti ter" per far fronte a un caro energia che gli ospedali privati stimano, per quest’anno, in un aumento in bolletta complessivo di circa 200 milioni di euro.

"Lo sforzo che le nostre strutture stanno facendo per recuperare gli interventi e le prestazioni ambulatoriali rinviate a causa del Covid non può subire rallentamenti, per questo occorre ripensare alle risorse destinate alla sanità privata per far fronte all’aumento dei costi di gas ed energia elettrica che stanno pesando come macigni sulla nostra attività", esordisce l’appello di Dario Beretta, presidente di Aiop Lombardia che stima, entro la fine dell’anno, un aumento del 170% dei costi dell’energia elettrica e addirittura del 450% per il gas.

Gli ospedali, sottolinea Beretta, sono strutture energivore e "possono fare ben poco sul fronte del razionamento e contenimento dei consumi: molte apparecchiature non possono essere mai spente, tra i requisiti di accreditamento c’è l’obbligo di avere temperature non inferiori ai 20 gradi e non superiori ai 24 sia d’estate che d’inverno, e nei pronto soccorso l’attività non può essere rallentata". Secondo l’Aiop, il taglio delle risorse allo 0,8% del tetto assegnato ai privati per l’anno 2022 previsto del decreto Aiuti ter, che corrisponde a circa 25 milioni di euro, copre solo il 12,5% dell’extracosto stimato dall’associazione. "A ciò si aggiunge – continua Beretta – il fatto che le tariffe e i budget (per le prestazioni che gli ospedali privati svolgono per conto del servizio sanitario nazionale, ndr) non vengono aggiornati dal 2011".

Al nuovo ministro Schillaci l’Aiop augura buon lavoro, ma gli chiede pure "di rivedere una decisione che penalizza la strutture private accreditate, limitandone fortemente l’autonomia e la possibilità di fare nuovi investimenti. Vogliamo mantenere alta la qualità delle prestazioni, ma abbiamo necessità di una nuova strategia di sostegno".