I primi rifugiati in città col corridoio lavorativo

I primi rifugiati in città  col corridoio lavorativo

I primi rifugiati in città col corridoio lavorativo

Una giovane informatica afgana, appena arrivata a Milano, sarà già al lavoro nei prossimi giorni. Con lei, sono arrivati in diocesi, anche un dentista, un web designer, un ingegnere, un esperto in materie giuridiche. Sono i primi rifugiati arrivati in Italia dai campi profughi del Pakistan attraverso il “corridoio lavorativo“. È la primissima esperienza umanitaria di questo genere in Europa. Destinazione: tre parrocchie di Sesto San Giovanni, Milano (Zona Affori) e Figino Serenza (Como). Tutti e cinque sono laureati (hanno conseguito il diploma prima del ritorno al potere dei Talebani), hanno cominciato a studiare italiano e - grazie a Caritas Ambrosiana e all’agenzia Mestieri - si sono già messi in contatto con le imprese sul territorio.

In tutto sono nove i rifugiati afgani (più tre famigliari) che sono arrivarti a Fiumicino martedì. Cinque (due coppie e una giovane) si sono rimessi i viaggio per Milano dove le parrocchie hanno messo a disposizione per loro alcuni locali. "Non solo persone da tutelare, ma anche portatori di risorse e di futuro – sottolinea Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. Rifugiati e migranti hanno diritto a non essere oggetto di una considerazione unidimensionale e paternalistica da parte di chi li accoglie: la loro determinazione e la loro intraprendenza, evidenti nel caso dei cinque rifugiati arrivati ieri, sono un arricchimento per il nostro sistema economico e più in generale per le nostre comunità. Puntare, sin dall’incontro nei paesi di provenienza e transito, sulla selezione dei profili, sull’accertamento delle competenze e sulla qualificazione delle conoscenze è una pratica realizzabile".

Proprio in Pakistan, infatti, gli operatori di Caritas Italiana e del Consorzio Communitas hanno appurato livelli di formazione e competenze.

"I flussi migratori possono essere sottratti a catene di sfruttamento criminali e a viaggi della speranza che si rivelano spesso viaggi di morte: basta volersi attrezzare e organizzare - ribadisce con forza Gualzetti -. Con beneficio sia per chi cerca sicurezza e diritti, sia per società – le nostre – che hanno bisogno di linfa nuova".

A Milano, in particolare, è stata coinvolta l’agenzia per il lavoro “Mestieri Lombardia“, che sta curando i rapporti con le aziende interessate all’attivazione di tirocini per l’inserimento dei rifugiati.

Simona Ballatore

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro