
di Alessandra Zanardi
Fantasmi nell’antica villa del Seicento? Questa sera alle 21 un gruppo di ricercatori del paranormale presenterà al pubblico di Rocca Brivio i risultati delle rilevazioni effettuate tra il 2019 e il 2020 nella rocca stessa, dove gli studiosi sono andati alla ricerca di anomalie e fenomeni apparentemente inspiegabili.
Si tratta di audio e immagini catturate dai membri dell’associazione melegnanese Hhmt, che in due sessioni di osservazione si sono calati nelle atmosfere notturne del palazzo e hanno poi esaminato in maniera certosina tutto il materiale raccolto.
Tra le chicche che saranno presentate c’è l’audio di una donna, "un timbro femminile che a un certo punto ha interagito coi nostri strumenti e che, alla domanda “come si chiama il luogo dove ci troviamo adesso?“ ha risposto: “Rocca Brivio“ – racconta il presidente dell’associazione Federico Casali –. È un suono che, durante le verifiche successive, non siamo riusciti a smontare e resta quindi un fatto inspiegabile. Non necessariamente una presenza, questo non lo possiamo affermare, di certo un’anomalia, un mistero".
Non solo. In un video compare "una forma luminosa, la cui presenza per ora sembra non avere una connotazione logica. Qualcosa che non avrebbe dovuto esserci e invece c’è".
"Non siamo cercatori di fantasmi – prosegue –: esaminiamo i materiali raccolti per tentare di trovarvi una spiegazione logica, applichiamo un metodo scientifico. Quando la spiegazione non c’è, non diamo per forza delle risposte. Formuliamo ipotesi, ci confrontiamo. A ciascuno la propria opinione".
Come molti edifici storici, anche per l’antico maniero di San Giuliano non manca un contorno di leggende e tradizioni popolari. Come quella di uno spirito-donna che passeggia sotto il porticato e quella di un cavallo che si aggira nel cortile.
Sono solo suggestioni, oppure c’è un fondo di verità? E potrebbe esserci qualche collegamento tra queste leggende e quanto rilevato da Hhmt?
"Al di là dei fantasmi, di certo l’atmosfera della Rocca è magica", ricorda Kisito Prinelli, che ha lavorato nell’antico palazzo dal 2006 al 2012 anche come guardiano serale. "Una notte d’estate sono stato attraversato da un freddo improvviso. Autosuggestione, con ogni probabilità, ma torno a dire: quel luogo affascina, è ricco di suggestioni e crea un cordone ombelicale con chi lo visita".