Mario
Delpini*
Per l’opinione pubblica è facile dare enfasi alle cose negative e ignorare quello che si fa. Questa beatitudine dobbiamo sperimentarla, perché è condividere il destino di Gesù. Posso riassumere in tre parole anche il mio giudizio su Milano. È città “operosa, generosa e triste“. L’emergenza spirituale non è legata soltanto alla pandemia. Anzi, la pandemia ha fatto emergere con tanta violenza l’emergenza sanitaria e sociale che quella spirituale è rimasta come un passatempo per gente fuori dalla mischia. Come, invece, non dovrebbe essere. L’emergenza spirituale è lo smarrimento della speranza: questa società fa tante cose buone ma non ha speranza, e purtroppo non vedo molte possibilità di recupero. Ho appena finito di redigere la proposta pastorale per il 202122.
Non è diversa dall’anno scorso ma contiene l’incoraggiamento a vivere la celebrazione liturgica come principio da cui nasce la Chiesa, celebrando la Pasqua di Gesù. Ho schematizzato questi tratti con tre parole. Dalla Pasqua di Gesù nasce una Chiesa “unita“, una comunione che è composta da tutte le differenze che hanno in comune il fatto di essere frutto della Pasqua di Gesù. Un secondo tratto è una Chiesa “libera“, che è nel mondo ma non è del mondo. Si propone con la sua originalità, per certi aspetti è applaudita e per altri è contrastata. L’altro tratto è una Chiesa “lieta“, con la gioia che nasce da un travaglio. Il 29 luglio ho compiuto 70 anni. Per il mio compleanno vorrei invitare il 28 novembre, alle 17.30 in Duomo, tutte le persone della classe 1951 per una celebrazione. Mi piacerebbe che tutti i settantenni portassero una pagina con una frase, che riassuma quello che abbiamo da dire alle generazioni che vengono. Inoltre invito tutti a dare un contributo, un’offerta al Fondo San Giuseppe istituito per aiutare i bisognosi. Il mio sogno? Che una mattina tutti noi ci svegliamo e scopriamo che sono scomparse le parole del lamento, che sono state abolite tutte le parole della lamentazione.
*Arcivescovo di Milano
(Tratto da Chiesadimilano.it)