
L’avvio della quinta edizione del progetto “Ci vediamo a scuola“ alla Moscati
"Durante i pranzi comunitari i cellulari restano nelle borse. Ai centri estivi e nei viaggi i ragazzi delle medie non portano lo smartphone. Quando lo dico, quelli che si guadano di più, perplessi, sono mamme e papà: e adesso come si fa?". Don Andrea Citterio racconta la sua esperienza, nell’oratorio di Cernusco, che ha aderito ai Patti digitali. "Ci pongono obiezioni, la prima è la sicurezza: muoversi in città senza cellulare? Penso che si debba investire di più sul muoversi con altri. Anche in gita, senza cellulari si perdono di meno, sono meno distratti", spiega il sacerdote, ricordando anche la necessità di scollegare i “riti sbagliati“ che nascono, con il cellulare da regalare alla prima Comunione.
Al summit nazionale dei Patti Digitali, in Bicocca, ha partecipato anche il pedagogista Daniele Novara, promotore della petizione per il divieto dello smartphone prima dei 14 anni, che ha raggiunto 100mila firme: "Evitiamo l’equivoco spaventoso di pensare che il problema sia dei genitori – ha sottolineato –. Sono anche loro vittime. Di questo tema se ne deve fare carico tutta la società". Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano e assessore all’Istruzione, ricorda le “Raccomandazioni di Milano“: "Il tema è molto sentito, ci aspettiamo che ci siano norme, ma nel frattempo agiamo in quella che è la vita quotidiana".
Sempre a Milano, nel frattempo, è ripartita dalla scuola Moscati la quinta edizione del progetto “Ci vediamo a scuola“, coordinata da Idor de Simone, ricercatore di Scienze visive e ottico optometrista, con l’Ufficio scolastico e il patrocinio di Ics Maugeri, per indagare la relazione tra disturbi visivi e difficoltà di apprendimento, anche alla luce di un uso intensivo degli schermi.
Si.Ba.