MAURIZIO
Cronaca

I Giardini di Porta Venezia, la mitica Bombay e i ricordi di un bambino

Cucchi è una foto deliziosa, datata 1951, allo zoo dei Giardini Pubblici di Porta Venezia, dove si vedono tre...

Cucchi è una foto deliziosa, datata 1951, allo zoo dei Giardini Pubblici di Porta Venezia, dove si vedono tre...

Cucchi è una foto deliziosa, datata 1951, allo zoo dei Giardini Pubblici di Porta Venezia, dove si vedono tre...

Cucchi è una foto deliziosa, datata 1951, allo zoo dei Giardini Pubblici di Porta Venezia, dove si vedono tre illustri personaggi intenti a osservare un’elefantessa munita persino di occhiali (senza lenti) e che sembra suonare l’organetto. I tre signori sono, nientemeno: Alfonso Gatto, Oreste Del Buono e Vittorio Sereni, ancora decisamente giovani. A quel tempo io ero piccolissimo, e i miei genitori mi accompagnavano spesso ai Giardini, dove lo zoo, che fu chiuso nel 1991, era un punto di attrazione istruttiva per grandi e piccini. L’elefantessa era chiamata Bombe, da Bombay (ma, purtroppo, anche dai bombardamenti di guerra) e le è anche dedicato un piacevole libro, di cui è uscita una nuova edizione illustrata. Si intitola “Suonala ancora, Bombe. Memorie di un’elefantessa a Milano“, autrice è l’artista transmediale Marta Nijhuis, e il tutto è a cura di Andrea Tomasetig (Mimesis). Queste pagine ci fanno percorrere l’intera vicenda dell’animale, nato nel 1934 e la cui testa è conservata al Museo di Storia Naturale. L’elefantessa fu portata a Milano nel 1939 e nel libro incontriamo i personaggi che ne condussero i viaggi nel tempo della guerra. Nijhuis, laureata in filosofia, ha insegnato in Francia e dal libro sul pachiderma è stato tratto anche uno spettacolo teatrale. L’immagine dello zoo, quella storica foto, mi hanno riportato a quel tempo in cui ero un bimbetto che abitava in corso Buenos Aires e che spesso i genitori portavano ai Giardini. In quel 1951 della poetica foto cui accennavo sicuramente avevo visto anch’io la leggendaria elefantessa, aggirandomi tra i vialetti del parco, magari su una di quelle pittoresche automobiline a pedali, che tanto mi piacevano. Come mi piaceva, naturalmente, osservare i molti e vari animali che erano lì nelle zoo. E passando dal ricordo al presente, ne approfitto per una rinnovata visita, sempre piacevole, ai giardini, che furono il primo parco pubblico della città e sono dedicati dal 2002 a Indro Montanelli.