I detenuti vincono in Tribunale: diritto alla Naspi

Il Tribunale di Milano ha stabilito che i detenuti che lavorano per l'amministrazione penitenziaria hanno diritto alla Naspi. La Cgil e l'Inca chiedono all'Inps di rivedere la sua posizione per evitare discriminazioni ingiustificate.

I detenuti vincono in Tribunale: diritto alla Naspi

I detenuti vincono in Tribunale: diritto alla Naspi

Anche i detenuti che hanno prestato attività lavorativa per l’amministrazione penitenziaria hanno diritto a ricevere la Naspi, l’indennità che copre i periodi di disoccupazione. Un principio riaffermato da due nuove sentenze del Tribunale di Milano che, sull’onda di pronunciamenti analoghi a Milano e Busto Arsizio, ha accolto il ricorso di lavoratori detenuti assistiti dalla Cgil. L’Inps, infatti, aveva respinto la loro richiesta di sussidio in quanto il lavoro prestato per l’amministrazione penitenziaria "ha carattere del tutto peculiare" e quindi non può essere equiparato ad altre mansioni.

"Chiediamo con forza – sottolineano in una nota Cgil e Inca – che Inps riveda le sue posizioni e riconosca la Naspi senza la necessità di cause che, ricordiamolo, rappresentano un aggravio di lavoro e di tempo, oltre che di costi per la pubblica amministrazione, e stanno vedendo sempre l’Istituto soccombente. Naturalmente, finché questo non avverrà, noi proseguiremo la battaglia contro una discriminazione insopportabile e ingiustificata". In una delle sentenze il Tribunale sottolinea che "il lavoro penitenziario alle dipendenze del ministero della Giustizia e quello “libero” subordinato sono assimilabili: pertanto non possono sussistere ragioni per escludere il diritto alla Naspi qualora ricorrano tutti i presupposti previsti dalla normativa specifica". Inoltre, richiamando la Costituzione, "la peculiarità del lavoro penitenziario non può consentire l’introduzione di un trattamento differenziato tra i detenuti e gli altri cittadini". E il lavoro carcerario "è tanto più rieducativo quanto più è uguale a quello dei liberi".

Andrea Gianni