
Holer in uno dei suoi incredibili numeri
Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano
Diversi ma uniti. "Holer era il mio ritratto al contrario: prestante fisicamente, esuberante, temerario e dotato di un carisma che conquistava i potenti. Eppure non sono mai stato geloso. Piuttosto, professionalmente parlando, ho cercato di “sfruttare“ in qualche modo il suo innato talento per le acrobazie. Era incredibile: quando si metteva dietro al volante le auto e i tir sembravano l’estensione del suo corpo". A parlare è Divier Togni, imprenditore, esponente della celebre famiglia circense e fratello di Holer, il re degli stuntman scomparso due giorni fa a Milano, dove viveva, dopo una lunga malattia. Aveva 76 anni. Divier di anni ne ha tre in meno.
Nel 1971 i due crearono assieme lo show itinerante “Stunt Cars“ che per oltre tre decenni ha portato in giro gli spettacoli acrobatici su quattro ruote, attirando fino ad un milione di spettatori all’anno, negli stadi all’autodromo di Monza e al Motor Show di Bologna. Ore di pura adrenalina in cui Holer rimaneva in equilibrio sul fianco di auto e tir e poi faceva salti dal trampolino, ribaltamenti e “crash“ con altri mezzi.
Protagonista anche al cinema e in tv (è il tassista pazzo in una celebre puntata di “Scherzi a parte“ con Giorgio Faletti) nel 1995 è entrato nel Guinness dei Primati guidando per 151 metri su tre ruote un camion Iveco Eurotech con semirimorchio all’autodromo di Nurburgring. Divier invece è sempre rimasto dietro le quinte a organizzare gli eventi e come imprenditore è stato protagonista dello show business facendo costruire diverse tensostrutture, a partire dal Palatrussardi a Milano, battezzato nel 1986 con un concerto di Frank Sinatra rimasto negli annali.
Quando ha deciso suo fratello di diventare stuntman?
"Holer era nato come trapezista e cavallerizzo ma aveva mollato il circo perché si era innamorato degli spettacoli con le automobili che aveva visto all’estero. All’inizio dei Settanta assumemmo dei piloti stranieri legati a un impresario americano per portare queste esibizioni in Italia. Holer litigò però con loro per una questione contrattuale e se ne andarono quasi tutti. Sentendosi un po’ in colpa, si preparò per sostituirli. Gli bastarono dieci giorni di allenamento per essere pronto".
Episodio memorabile?
"Nel 1978. Nel nostro tour a Roma si presentarono Alberto Ronchey e Gianni Agnelli alle casse. Sembrerà assurdo ma non volevano pagare il biglietto… Noi fummo molto felici di ospitarli. Io ero intimorito e non osavo avvicinarmi. Holer invece invitò l’Avvocato a salire sulla Fiat 131. Lui incredibilmente accettò: fece quasi tutto lo spettacolo assieme a mio fratello, tranne il momento degli scontri. In seguito Holer andò a Torino e fra i due nacque un’amicizia che durò a lungo, Agnelli diventò pure sponsor dello show".
Ebbe incidenti?
"Altroché. Il più grave nel 1983 dopo aver tentato di saltare con un tir da una rampa all’altra: un’impresa mai tentata da nessuno. Si salvò per miracolo ma rischiò di rimanere paralizzato".
Fino a quando è andato avanti con le sue imprese?
"Fino al 2005 ma il pubblico non lo ha mai dimenticato. Nel 2012 sono andato a Roma e ho preso un taxi. Ho fatto qualche chiamata e mi sono qualificato come Togni. Il tassista mi ha chiesto se conoscessi Holer. Quando gli ho detto chi fossi mi ha raccontato che da adolescente aveva il poster di mio fratello in camera e poi ha ricordato tutti i suoi spettacoli per filo e per segno. Holer è nell’immaginario collettivo: è la cosa che mi inorgoglisce di più".