
Guerriglia, divieti per 6 anarchici Cospito condannato a 23 anni
di Marianna Vazzana
MILANO
Uno striscione rafforzato con il plexiglass "per tentare di sfondare lo sbarramento della polizia". Colpi con bastoni, calci, fumogeni, danni ad attività commerciali e auto. Trascinati in mezzo alla strada un cestone dell’immondizia e gli arredi di un bar. Scene delle guerriglia urbana scatenata lo scorso 11 febbraio dagli anarchici in corteo a Milano in solidarietà al detenuto anarchico insurrezionalista Alfredo Cospito, ieri condannato a una pena di 23 anni dalla Corte d’Assise d’Appello per l’attentato del 6 giugno 2006 alla scuola allievi carabinieri di Fossano, Cuneo. La magistratura torinese aveva condannato inizialmente a 20 anni Cospito per quei fatti, che poi sono stati qualificati sotto il reato di tentata strage (punibile con l’ergastolo). Poi la Corte costituzionale ha stabilito la possibilità di applicare le attenuanti. Pena rimodulata anche per Anna Beniamino, ex compagna del 56enne ( 17 anni e 9 mesi, a fronte di 27 anni e un mese). A entrambi è stata riconosciuta l’attenuante della lieve entità perché le deflagrazioni di due ordigni non causarono morti né feriti. Cospito, ora in carcere a Sassari, da ottobre 2022 ad aprile 2023 ha portato avanti uno sciopero della fame per protestare contro l’applicazione nei suoi confronti dell’articolo 41-bis, quello che prevede il “carcere duro”. E per lui si sono mobilitati gli anarchici di tutta Italia. Milano compresa. Ora, per i disordini dello scorso 11 febbraio all’altezza di viale Sabotino, che causarono il ferimento di sei poliziotti del Reparto Mobile (tre agenti hanno riportato ferite giudicate guaribili in 7-10 giorni), la polizia coordinata dalla Sezione distrettuale Antiterrorismo della Procura ha eseguito sei misure cautelari: ieri gli agenti della Digos hanno notificato a due milanesi di 26 e 28 anni il divieto di dimora a Milano con obbligo di presentazione due volte alla settimana alla polizia giudiziaria che sarà competente per territorio. Avrebbero aggredito le forze dell’ordine anche brandendo bastoni.
Ancora: obbligo di dimora a tre giovani italiane di 29, 28 e 31 anni, rispettivamente nel comune di Novara, Olgiate Olona (Varese) e Malnate (Varese); tutte e tre avrebbero partecipato agli scontri, la prima anche lanciando gavettoni contro i giornalisti e la seconda sferrando calci ai poliziotti. Divieto di dimora “e di passaggio“ a Milano, poi, per un cittadino svizzero di 31 anni, per il suo contributo alla “carica“.