Guardie mediche nei guai per un euro: "Trasformatelo in bonus pandemia"

Accordo sindacale del 2007 annullato dalla Corte dei conti. La proposta del radicale Usuelli. per evitare i rimborsi

nche le Usca sono composte da medici che lavorano per la continuità assistenziale

nche le Usca sono composte da medici che lavorano per la continuità assistenziale

La Direzione generale Welfare della Regione, a quanto Il Giorno apprende, è al lavoro per trovare una soluzione che nel rispetto della legge e di tutte le normative possa risolvere il pasticcio dei soldi che le Ats son costrette a chiedere indietro alle guardie mediche, per effetto dell’annullamento, da parte dalla Corte dei Conti, di un accordo sindacale che riconosceva loro un euro in più di compenso all’ora per i servizi svolti fuori dal proprio ambito.

Un euro lordo, ma l’accordo è del 2007, governante Formigoni, e per avere un’idea delle cifre di cui si parla c’è una lettera spedita dall’Ats dell’Insubria a un medico che fa le guardie (i cui dati sono stati ovviamente oscurati) pubblicata su Facebook da Michele Usuelli, consigliere regionale di +Europa-Radicali e neonatologo intensivista ora in missione antiCovid per un mese con Emergency in Calabria. "La Procura della Corte dei Conti per la Lombardia, a seguito di indagine svolta dalla Gdf finalizzata ad accertare la regolarità del riconoscimento - a decorrere dal 2007 fino al 31 maggio 2019 - della maggiorazione del compenso orario pari a un euro ora lordo per attività di continuità assistenziale, ha rilevato il profilo di nullità di cui all’art. 48 L.n. 8331978 e all’art 40 del D. Lgs 1652001", si legge nella missiva. Quel medico, negli undici anni e mezzo considerati, ha fatto 19.449 ore di guardia "con conseguente indebito pagamento della somma complensiva di 13.951,33" euro netti. Gli credono di restituirli "come riportato in tabella allegata, entro 30 giorni dal ricevimento della presente".

"In piena pandemia, e con un sistema sanitario in affanno, già provato da mesi di duro lavoro, Regione chiede ai suoi medici di restituire il denaro" dei compensi aggiuntivi stabiliti da un accordo sindacale annullato dalla Corte dei Conti, ragiona Usuelli: "Se di denaro indebitamente corrisposto si tratta, è anche vero che la pubblica amministrazione ha lasciato intatto per anni il meccanismo di bonus. Bonus che era pari ad appena un euro lordo l’ora, mentre ora si chiede ai medici di restituire diverse migliaia di euro, nell’arco di appena 30 giorni".

Il consigliere chiede "alla Regione di appianare il contenzioso in tempi brevi e quanto meno non a danno del personale medico", per il quale qualunque "richiesta di rimborso è in questo contesto ancora più offensiva e inaccettabile". Ma Usuelli suggerisce anche una soluzione: "Quei soldi possono essere facilmente considerati un bonus per l’instancabile dedizione del personale durante la pandemia". E questa, a quanto Il Giorno apprende, sarebbe una delle strade che la Dg Welfare sta esaminando per uscire dall’impasse.

 

 

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