
Groupon lo scorso 22 maggio ha lanciato il Global Digital Detox Day, una giornata con la connessione disattivata per i dipendenti "che in questi mesi non si sono mai fermati". Ma l’iniziativa del colosso dell’e-commerce
è stata vissuta come una beffa da 9 lavoratori della sede milanese, in corso Buenos Aires, che già da tempo hanno dovuto fermarsi e spegnere computer e smartphone. Per loro, infatti, l’azienda ha disposto il Fondo di integrazione salariale (ammortizzatore sociale per il loro settore) a zero ore "senza rotazione, senza integrazione e negando in una fase iniziale l’anticipo del trattamento Inps". Una misura che riguarda quasi la metà dei dipendenti della sede italiana, costretti a stare a casa. La Filcams-Cgil di Milano, che sta seguendo la vertenza, ha diffuso una nota nella quale definisce "fuori luogo azioni di marketing" come il Detox Day e invita l’azienda a fare "azioni concrete verso i propri lavoratori". Il sindacato denuncia un controsenso, che sta nel fatto di lanciare un Detox Day motivato dalla necessità di disconnettersi per far riposare la mente dopo un periodo di “superlavoro“ e nello stesso tempo lasciare a casa la metà dei dipendenti. "Non si comprende quali benefici abbia l’accelerazione che il Covid 19 ha dato allo sviluppo di Groupon Shopping – denuncia la Filcams – visto che tale società ha messo in Fis il 50% dei lavoratori".
Dipendenti della società, che ha fatto fortuna con il sistema dei buoni sconto, che "hanno avuto una drastica riduzione delle proprie entrate economiche che spesso si è tradotta in una crisi familiari", quando più di un componente è rimasto senza lavoro per effetto dell’emergenza sanitaria. "Chi è rimasto al lavoro – spiega il sindacato – probabilmente non avrebbe avuto bisogno della giornata “detox“, se l’azienda ci avesse ascoltato prevedendo una rotazione dei lavoratori consentendo così a tutti di avere carichi di lavoro non massacranti. Questo avrebbe permesso a tutti i dipendenti di avere un’entrata economica e a Groupon di superare la crisi dignitosamente. Temiamo che l’unica a trarre beneficio dall’utilizzo dell’ammortizzatore sociale sia la stessa Groupon che, come comunicato agli azionisti, sta procedendo a una riorganizzazione dell’azienda su scala globale, individuando di fatto in anticipo gli esuberi". Un timore, quindi, che l’emergenza coronavirus sia stata l’occasione per fare una “scrematura“ tra i dipendenti, mettendo ora in cassa integrazione quelli che in futuro potrebbero essere destinati al licenziamento.
Andrea Gianni