Grimoldi può rimanere in Galleria E (per ora) con il vecchio canone

La gioielleria, col contratto scaduto dal 2020, pagherà l’occupazione senza titolo alle condizioni precedenti

Grimoldi può rimanere in Galleria  E (per ora) con il vecchio canone

Grimoldi può rimanere in Galleria E (per ora) con il vecchio canone

di Massimiliano Mingoia e Nicola Palma

MILANO

La battaglia infinita tra Palazzo Marino e botteghe storiche in Galleria si arricchisce di un nuovo capitolo. Il Consiglio di Stato ha accolto l’ultimo ricorso presentato dai titolari della gioielleria Grimoldi di piazza Duomo 21, titolari di un contratto d’affitto scaduto nel giugno 2020: nonostante questo, i giudici li hanno autorizzati a rimanere nell’immobile, "con l’obbligo di corrispondere, con cadenza mensile, una somma a titolo di indennità di occupazione pari al canone dovuto secondo quanto stabilito dalla precedente convenzione non più in vigore". Una misura provvisoria, in attesa che arrivi la decisione nel merito sul prezzo giusto da pagare per il futuro accordo. A questo punto, serve un passo indietro. L’inizio della storia risale al 2019, quando la Giunta Sala vara le linee di indirizzo per gli affitti in scadenza, introducendo una deroga al bando in caso di "interesse pubblico superiore a quello perseguito nella procedura a evidenza pubblica" e fissando "un canone pari alla media delle offerte degli ultimi due anni per la stessa merceologia o comunque al canone determinato dall’Agenzia delle Entrate e Riscossione, ove superiore a tale media". Sulla base di quei criteri, nel 2020 l’amministrazione riconosce a nove esercizi commerciali i requisiti per il rinnovo

senza gara (e con sconto): Noli, Cadè, Bar Marino, Ruggeri, Verga, Haeres Equita, Mejana, Biffi e Spagnoli. Costo annuale al metro quadro: 3.303,56 euro per la categoria "commercio al dettaglio", 1.850 euro per bar, ristoranti e tabacchi. Se i gestori di alcuni di questi esercizi fanno ricorso contro l’ammontare degli affitti (vincendo al Tar e perdendo in Consiglio di Stato), Grimoldi si rivolge ai giudici per vedersi riconosciuto lo status di bottega storica, ottenendo il via libera dal Tar il 31 dicembre 2021.

A quel punto, il Comune presenta ricorso in appello; e nel frattempo invita la società a sottoscrivere il rinnovo della concessione scaduta alle condizioni previste per tutti gli altri, dando come deadline il 24 novembre 2022 e vincolando l’efficacia del contratto "all’accoglimento del ricorso in appello". Tradotto: Grimoldi dovrà versare un’indennità di occupazione nel periodo di "vacatio" pari al nuovo canone accessorio. I titolari della gioielleria impugnano il provvedimento, chiedendo la sospensiva cautelare: il Tar gliela nega, il Consiglio di Stato gliela accorda, stabilendo che Grimoldi debba sì pagare, ma alle vecchie condizioni. Fino alla prossima puntata.

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