Griffini (AiBi): culle per la vita in ogni Comune

Griffini (AiBi):  culle per la vita  in ogni Comune

Griffini (AiBi): culle per la vita in ogni Comune

Quelle culle per la vita, "un baluardo contro l’abbandono dei neonati in strada. Ce ne vorrebbe una in ogni Comune". Dopo la vicenda del piccolo Enea, lasciato nella culla per la vita della Mangiagalli, e della neonata affidata al personale del Buzzi dalla madre che non poteva tenerla con sé, l’associazione Amici dei bambini, con sede a San Giuliano, rinnova l’appello per una legge che promuova le culle per la vita e il parto in anonimato. Le ultime vicende di cronaca che riguardano bambini non riconosciuti alla nascita hanno avuto un’ampia eco, mediatica e non, "quando invece bisognerebbe rispettare le scelte delle donne senza troppo clamore – è il parere di Marco Griffini, presidente di Aibi –. Se da un punto di vista personale il gesto di una donna che ha scelto per il bene di suo figlio richiede il giusto silenzio, dal punto di vista politico e sociale pone degli interrogativi. Se ad esempio la mamma di Enea non avesse potuto raggiungere la Culla per la vita della Mangiagalli, dove avrebbe abbandonato suo figlio?".

Secondo i dati diffusi da Amici dei bambini, in Italia le culle per la vita sono solo una sessantina e distribuite in maniera non omogenea sul territorio: in Basilicata, Molise, Sardegna e Friuli Venezia Giulia non ce n’è neppure una, e anche in quelle regioni dove ce ne sono di più, come la Lombardia, non tutto il territorio è coperto. "Per questo – prosegue Griffini – la nostra associazione sta lavorando da tempo a una proposta di legge per rendere obbligatoria l’istituzione di una Culla per la vita in ogni Comune: bastano circa 6mila euro". Nel Sud Milano, Aibi ha realizzato una di queste nicchie anti-abbandono a San Giuliano, nella frazione di Pedriano (nella foto). Un’altra si trova all’ospedale di Vizzolo Predabissi.Alessandra Zanardi

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