Razzante
Intelligenza Artificiale (IA) sta trasformando la produzione e il business delle imprese, rendendole sempre più innovative e competitive. Ci si interroga sui suoi usi pratici ma nel frattempo la sua espansione è galoppante, al di là delle apparenze. Secondo dati recenti presentati da Anitec-Assinform, l’associazione italiana per l’Information and Communication Technology (ICT) aderente a Confindustria, il mercato italiano dell’IA ha raggiunto un valore di 435 milioni di euro nel 2022, registrando una crescita del 32% rispetto all’anno precedente. Sempre più imprese investono in IA e nel 2023 la crescita stimata è del 31% sull’anno precedente, fino a raggiungere un valore di mercato pari a 570 milioni di euro. Tra il 2020 e il 2023, il mercato italiano dell’IA ha più che raddoppiato il suo valore, registrando un aumento del 128%. L’IA sta trovando applicazione in una vasta gamma di settori, tra cui la sanità, la finanza, la produzione e l’automazione industriale. Le preoccupazioni per quegli utilizzi rischiosi o addirittura funzionali al compimento di reati sono bilanciate dall’entusiasmo per un impiego costruttivo dell’IA in molteplici ambiti produttivi. Ma nelle Piccole e medie imprese (Pmi) i margini di crescita di questa nuova tecnologia sono ancora notevoli. Secondo dati Istat del 2021, solo il 6,2% delle aziende italiane con almeno 10 addetti ha integrato soluzioni basate sull’IA. Guardando al futuro, il mercato italiano dell’IA mostra prospettive estremamente positive. Si prevede che la crescita continuerà a un ritmo impressionante, con un tasso di crescita annuo medio del 28,9% fino al 2026. Questo porterà il mercato italiano dell’IA, nel prossimo triennio, a raggiungere un valore di 1,2 miliardi di euro. Ma al di là di questa cifra andranno calcolati gli effetti benefici che tale impennata dell’IA produrrà sull’intera economia.
*Docente di Dirittodell’informazioneall’Università Cattolica
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro