MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, ecco Gioia 22: 120 metri con un’anima "green"

Viaggio nel palazzo più ecosostenibile che sta nascendo dalla ceneri dell’ex edificio dell’Inps: 6mila metri quadri di pannelli fotovoltaici

Cantiere Gioia 22

Milano, 12 febbraio 2020 -  È arrivato a toccare il cielo. Azzurro, in una insolita giornata primaverile di febbraio. È il grattacielo di Gioia 22 nato sulle ceneri dell’ex palazzo Inps, 26 piani fuori terra per 120 metri di altezza complessiva, a marchio Coima Sgr (società leader nella gestione patrimoniale di fondi di investimento immobiliare) e progettato dallo studio di architettura Pelli Clarke Architects. Per maggio saranno completate le facciate, entro l’anno tutto il grattacielo, primo edificio di nuova generazione a Porta Nuova-Gioia, area in cui Coima ha aggregato aree per oltre 150mila metri quadri di superficie e 20mila di spazi pubblici, che si uniscono alla "prima" Porta Nuova col suo Skyline per un totale di oltre 200mila metri quadri. "In Italia è l’edificio più sostenibile realizzato finora, grazie all’utilizzo di risorse naturali, geotermia e pannelli fotovoltaici che portano quasi a zero l’emissione di anidride carbonica – commenta Manfredi Catella, fondatore e ad di Coima –. Un progetto che, come valore di mercato complessivo, varrà 450 milioni di euro".

E se "Porta Nuova ha avuto un ruolo culturale, di riavvio di rigenerazione urbana, Porta Nuova-Gioia prosegue le intuizioni. È quasi un’alleanza urbana, un primo passo per creare estensioni di Porta Nuova". Una volta finito Gioia 22, che sarà destinato interamente a uffici, "avvieremo il cantiere di Gioia 20 (due edifici di nuova generazione sempre a uso uffici, ndr ). Il prossimo anno, via ai lavori di Pirelli 35, ex Telecom (destinazione terziaria, ndr ). Mentre Pirelli 39, il cosiddetto “Pirellino”, potrebbe avere una destinazione mista", quindi anche residenziale. L’edificio di Gioia 22 risponde agli standard "Nearly zero energy consumption building", quasi a zero emissioni di anidride carbonica. Per ottenere questo obiettivo sarà dotato di oltre 6mila metri quadri di pannelli fotovoltaici che, insieme all’utilizzo dell’acqua di falda, consentiranno una riduzione del fabbisogno energetico del 75% rispetto alle più recenti torri direzionali milanesi. In confronto al complesso precedente vuol dire -2.260 tonnellate all’anno di CO2, equivale all’assorbimento attribuibile a circa 10 ettari di bosco (4.500 alberi). Mentre l’energia del sistema fotovoltaico sarebbe sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 306 abitazioni. Restando sui numeri, ecco quelli del cantiere: rimosse oltre 200 tonnellate di amianto prima della posa della prima pietra avvenuta nell’estate 2018. Oltre 250 le persone impegnate quotidianamente sul sito, 42.000 metri cubi di calcestruzzo, 6.900 tonnellate di ferro di armatura, 500 chilometri di cavi elettrici, 75 chilometri di tubazioni, 13 impianti elevatori.