
Torri bianche del Gratosoglio con le proiezioni delle opere di Frida Kahlo (LaPresse)
Milano, 29 maggio 2018 - La «piazza senza nome» a Gratosoglio potrebbe avere presto un nome. La proposta dell’assessore al Turismo e allo Sport Roberta Guaineri è di intitolarla a Frida Kahlo. Sì, proprio alla pittrice messicana le cui opere sono state proiettate sulle torri bianche del Gratosoglio lo scorso 10 maggio durante la quattro giorni di festa nel quartiere alla periferia sud della città. L’idea, all’assessore, è venuta proprio durante quella serata. Ma, come aggiungono dal Comune, la piazza e le torri bianche sono di proprietà dell’Aler e comunque l’idea di intitolare la piazza alla Kahlo sarà sottoposta ai cittadini del quartiere. La proposta toponomastica (la precedente idea, poi sfumata, della Fondazione Bongiorno era di chiamare la piazza «Allegria») è emersa ieri durante la commissione Periferie del Comune guidata da Roberta Osculati (Pd). Una seduta a cui hanno partecipato il delegato del sindaco alle periferie Mirko Mazzali e il parroco di Gratosoglio don Giovanni Salatino. Quest’ultimo ha offerto ai consiglieri comunali una dettagliata relazione non priva di spunti problematici.
Don Salatino parla della situazione sociale del quartiere: «Da un lato si registra un progressivo invecchiamento della popolazione (circa il 58% è ormai ultra 65enne), dall’altra i nuovi flussi di popolazione di origine extracomunitaria generano conflittualità e pongono rilevanti istanze in merito a percorsi di integrazione. Le difficoltà di integrazione/convivenza gravano sulla popolazione e producono forti tensioni quotidiane anche in associazione con eventi di micro-criminalità, spaccio ed altri comportamenti illeciti che incidono profondamente sulla dimensione quotidiana della vita in quartiere». Il parroco, inoltre, segnala le difficoltà sul fronte occupazionale («si registrano gravi difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro da parte dei più giovani») e riferisce che «i soggetti locali e le associazioni e cooperative attive nel quartiere segnalano con preoccupazione la tendenza alla “ghettizzazione’’ del quartiere a seguito di una generale processo di invecchiamento e della progressiva assegnazione di alloggi a soggetti svantaggiati, con un conseguente aumento dei fattori di criticità e la perdita di energie positive».
Gratosoglio quartiere ghetto. Urge un cambio di marcia. Mazzali sottolinea che «la festa di due settimane fa e la piazza dedicata alla Kahlo possono essere un buon inizio. Ma da lì bisogna avviare un percorso di riqualificazione del quartiere che Aler, proprietaria delle torri bianche di Gratosoglio, non ha ancora avviato. Occorre utilizzare meglio gli spazi al pian terreno della “piazza senza nome’’. Servirebbe almeno una panetteria. La relazione del parroco? Gratosoglio è una zona critica, non a caso il sindaco Giuseppe Sala si è recato più volte nel quartiere in prima persona».