MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Figli delle coppie lesbiche: "La Consulta detta legge. Torneremo a registrarli"

Mossa del Comune dopo la sentenza di giovedì della Corte Costituzionale "I discendenti di due madri potranno essere risconosciuti all’Anagrafe". Sala: "Passo che semplifica". Romani: "Atto con efficacia anche retroattiva".

Una manifestazione delle Famiglie Arcobaleno a Milano

Una manifestazione delle Famiglie Arcobaleno a Milano

La sentenza della Corte Costituzionale sul riconoscimento dei figli di coppie lesbiche non è passata inosservata a Milano. Tanto che il sindaco Giuseppe Sala e l’assessora ai Servizi civici Gaia Romani annunciano che l’Anagrafe cittadina tornerà a registrare i bambini e le bambine di coppie formate da due mamme.

Cosa ha deciso la Consulta? I giudici costituzionali, con la sentenza 68 depositata giovedì, hanno legalizzato il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie lesbiche. D’ora in poi i bambini nati in Italia dalle coppie di donne grazie alla fecondazione eterologa, fatta nei Paesi in cui è legale, avranno da subito due madri, senza più bisogno di ricorrere all’adozione in casi particolari. E potranno essere registrati all’anagrafe alla nascita come figli di entrambe. Con la sentenza numero 68, depositata ieri, i giudici costituzionali sconfessano i disconoscimenti chiesti dal Governo Meloni nel 2023 tramite una circolare del ministero dell’Interno Matteo Piantedosi che avevano portato a togliere il riconoscimento alla seconda mamma (la cosiddetta madre intenzionale) di molti bimbi nati da coppie lesbiche, come nel caso di Padova.

Non solo. In una sentenza successiva, la 69 pubblicata sempre ieri, la Consulta ha invece stabilito che non è incostituzionale precludere la fecondazione assistita alle donne single, specificando che però sta al Parlamento decidere e può sempre scegliere di aprirla anche a loro.

A sentenza ormai acquisita, arrivano le reazioni dei politici milanesi. A partire da quella del primo cittadino, a cui la sentenza della Corte costituzionale sulle coppie arcobaleno pare "un buon passo. Questa cosa semplifica molto, quindi dal mio punto di vista io sono d’accordo. Anche perché essendo un’esigenza, prima cosa facevano le mamme? Provavano la via dell’adozione, che è una via impervia. Inoltre, non è che le coppie rinunciano a farlo, soprattutto la procreazione, la fanno ugualmente. E quindi poi diventa solo più complesso gestire il bambino o la bambina, mi pare positivo".

L’assessora Romani, intanto, scrive sui suoi profili social che "dopo la sentenza di ieri (giovedì, ndr), Milano potrà finalmente tornare a registrare all’anagrafe le bambine e i bambini di coppie di mamme. La sentenza ha efficacia anche retroattiva. È una notizia di cui gioiamo con le tante famiglie che, finalmente, non avranno più paura, non dovranno più subire il ricatto dell’adozione, non dovranno più aspettare i tempi dei tribunali o la disobbedienza civile del Comune di turno. Vi aspettiamo in Anagrafe, finalmente".

Sul tema dei diritti delle coppie Lgbtq+, intanto, si registra una differenza di posizioni politiche tra Comune e Regione. Giovedì la Giunta di Palazzo Marino ha riconfermato il patrocinio al Pride 2025, un patrocinio che dalla Regione non è arrivato negli ultimi anni. Sala non sembra sorpreso della decisione di Palazzo Lombardia: "Il nostro concederlo è qualcosa che deve essere visto in maniera scontata, dall’altro lato non so, perché non vedrei veramente motivi per non concederlo, stiamo parlando di diritti. Non necessariamente devono essere condivisi i comportamenti, gli atteggiamenti, ma è una manifestazione pacifica, in cui i toni sono molto civili, non c’è niente che può essere commentato in maniera negativa, non vedo perché non si possa dare il patrocinio. Io l’anno scorso non sono riuscito ad esserci, ma ci sono sempre stato e ci sarò".