MARIANNA VAZZANA
Cronaca

La vita di Gorla-Precotto, da cento anni a Milano: “Resta l’anima da paese e abbiamo un nuovo drink”

Nel 1920 i due comuni si unirono per mantenere l’autonomia ma furono poi inglobati. Del passato rurale restano le cascine e una chiesetta. Da assaggiare l’amaro Sanfilippo

Gorla-Precotto, oggi e all'inizio del Novecento

Gorla-Precotto, oggi e all'inizio del Novecento

Le tracce di antiche cascine. Una chiesetta isolata. Una madonnina che si vede solo sbirciando dalla strada, allungando lo sguardo oltre il muro di cinta. Accanto, il viale Monza che regala la vita pulsante meneghina, che non si ferma neppure ad agosto. "Semmai è più lenta. Ma è il momento perfetto per immergersi nella bellezza di un antico borgo che nelle altre stagioni, forse, passa un po’ più inosservata a chi arriva da fuori. Anche solo da un altro quartiere". È la voce di alcuni abitanti incontrati a Precotto, nella porzione a nord est di Milano, ex Comune che prima si fuse con Gorla, nel 1920, e poi fu inglobato dalla metropoli insieme ad altri dieci ex municipi della cintura nel 1923.

Com’è diventato, a un secolo dall’annessione? Abbiamo passeggiato per la zona di Gorla-Precotto. I due centri misero da parte le ostilità unendo le forze nel tentativo di evitare l’annessione a Milano che già aveva interessato il vicino comune di Turro. Volevano infatti mantenere la propria autonomia, e così fu per tre anni. Gorla a fine Ottocento iniziò a trasformarsi da centro rurale ad area industriale. Una “piccola Parigi” che alle ville affacciate sulla Martesana aggiunse a poco a poco gli edifici nati per ospitare gli operai delle nuove fabbriche.

E Precotto, tradizionalmente terra di contadini, era sempre meno rurale. Tra le date da ricordare, quella del 20 ottobre 1944: i quartieri di Gorla e Precotto furono colpiti da un bombardamento senza precedenti con 80 tonnellate di esplosivo. Alla scuola elementare Francesco Crispi di Gorla morirono 184 bambini, 14 maestre, 4 bidelli e un’assistente sanitaria. A Precotto la scuola elementare Rosmini, che allora era in viale Monza 255 (poi ricostruita in via Mattei) ha vissuto la sua tragedia, con tre morti: due bidelle e un genitore che tornò nel rifugio per controllare che non vi fosse rimasto nessuno.

Sulle carte più antiche, Precotto viene citato già dalla metà del XII secolo, in una bolla di papa Eugenio III, come “Pulcoctum“, che deriva da praedium , “podere, terreno“, e nel coctus , “cotto“, che rimanda alla cottura dei laterizi, indicando l’esistenza di fornaci. La costruzione del grande viale e della vicina linea ferroviaria segnano un punto di svolta.

E oggi? "Questo resta un quartiere-paese, una comunità in cui ci sentiamo legati l’un l’altro. Tra le realtà che ancora tengono vivi i legami, la cooperativa San Filippo Neri e la parrocchia di San Michele Arcangelo", sottolinea Paolo Sgura, del negozio di abbigliamento per bambini “La Bottega di Chichi“. Da quattro anni, poi, è nata “ViPreGo”, l’associazione di cittadini che accorpa tre quartieri: Villa San Giovanni, Precotto e Gorla. "Promuoviamo l’aggregazione tra le persone, vogliamo rendere vivo il quartiere e fare rete tra le varie realtà che già esistono", spiega Matteo Grieco, tra i fondatori; sulla pagina Facebook è possibile vedere anche le particolarità e le curiosità di questi luoghi fotografati nelle diverse stagioni.

L’atmosfera semplice e l’aria di famiglia si respira poi nelle trattorie. C’è “La Madonnina” in via Cislaghi, "fondata nel 1978 da mio padre Antonio e da mia madre Incoronata. A pranzo è un punto di riferimento per i lavoratori, la sera per i giovani".

In viale Monza, alla trattoria San Filippo Neri, "il piatto più richiesto è quello dei mondeghili milanesi. Ma, al di là del cibo, è proprio l’atmosfera che piace: siamo come una piazza di paese", sottolinea Mario Zanotta, di 44 anni, la cui famiglia gestisce il locale da 32. E c’è una novità: "Abbiamo creato un nuovo amaro, il Sanfilippo, prodotto da mia ricetta in una distilleria delle Langhe. Rispetto a quello tradizionale è più dolce, grazie alla cannella". Storico, poi, il marchio Viel: il suo gelato trionfa anche a Precotto. "È rimasto un quartiere in cui il rapporto umano è ancora sopra tutto il resto", commenta Luisa D’Amico. Che oltre a servire il gelato consiglia libri da leggere. "Io ne ho anche scritto uno". Un’altra sorpresa in una zona che stupisce sempre.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro