"Giustizia per i nostri cari morti soli a Milano: la verità sulla tragedia Don Gnocchi"

I familiari delle 396 vittime della Fondazione Don Gnocchi si riuniscono in presidio davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, chiedendo verità e giustizia per le persone morte nelle Rsa tra marzo e aprile 2020. Oggi l'udienza davanti al gip per discutere sull'opposizione all'archiviazione dell'inchiesta.



"Giustizia per i nostri cari morti soli a Milano: la verità sulla tragedia Don Gnocchi"
"Giustizia per i nostri cari morti soli a Milano: la verità sulla tragedia Don Gnocchi"

Sulle t-shirt nere hanno fatto stampare le foto di Maria Felicita, Salvatore, Santi, e di tanti altri anziani morti nelle Rsa tra marzo a aprile 2020, all’inizio della pandemia. "Mia madre era ricoverata al Niguarda per una patologia – spiega Daniela Conte – e il 18 marzo 2020 è stata trasferita al Palazzolo Don Gnocchi. È stata lasciata nell’abbandono fino a quando, l’8 aprile, è morta. Aveva 78 anni. E, dopo il decesso, le hanno addirittura rubato lo smartphone che usava per le videochiamate". Giovanna Guarino ricorda l’invito dei medici a "non preoccuparsi" quando il padre è risultato positivo al Covid. L’uomo, il 26 marzo 2020, è morto al Palazzolo, dove nel frattempo era dilagato il contagio e le bare si accumulavano nella camera mortuaria. Ricordi drammatici riportati alla luce dai parenti di persone morte in strutture milanesi appartenenti alla Fondazione Don Gnocchi, che ieri si sono riuniti in presidio davanti al Palazzo di giustizia di Milano, esibendo uno striscione: "Non devono morire due volte, verità e giustizia per le 396 vittime Don Gnocchi". Oggi è fissata infatti l’udienza davanti al gip di Milano per discutere sull’opposizione all’archiviazione dell’inchiesta sui decessi nella Rsa. Inchiesta che la Procura ha chiesto di archiviare, non avendo riscontrato responsabilità penali da parte dei vertici della struttura - che ha sempre sostenuto la correttezza dell’operato - nella gestione della pandemia in un periodo che ha visto i contagi dilagare nelle case di riposo di tutta Italia. I familiari, assistiti dallo studio legale Reboa, hanno chiesto invece di disporre nuove indagini e accertamenti, come è già avvenuto nell’ambito di un altro procedimento, quello sui decessi al Pio Albergo Trivulzio.

La loro istanza, quindi, verrà discussa oggi davanti al gip. "I nostri parenti sono morti nell’abbandono - spiegano - e non vogliamo che venga messa una pietra sopra a questa tragedia". "La pandemia ha portato alla luce le carenze di un sistema che non è cambiato, sulle Rsa c’è un problema sociale che va risolto", riflette Carla Porfirio, che ha perso la madre il 6 aprile 2020. La donna, 85 anni, ricoverata da tempo, secondo la figlia fu lasciata "in una situazione di abbandono", fino al decesso. "Non è possibile che nessuno sia responsabile per gli errori commessi – prosegue Porfirio – e per questo chiediamo che si indaghi più a fondo". Patrizia Nizzola, figlia di una donna morta nella casa di riposo Girola, racconta che "i problemi c’erano anche prima della pandemia, e il sistema era totalmente impreparato per affrontare un’emergenza".

Andrea Gianni