ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Giulia e Thiago nel cuore di Senago Sul murale le manine dei bambini

Luca ‘Zak’ Coia ha realizzato la terza opera nel luogo in cui è stato ritrovato il corpo senza vita della giovane

Giulia e Thiago nel cuore di Senago  Sul murale le manine dei bambini

Giulia e Thiago nel cuore di Senago Sul murale le manine dei bambini

di Roberta Rampini

La manina più piccola è quella di Enea, 11 mesi. Con l’aiuto della mamma Eba prima ha messo la manina nella pittura azzurra (di quelle rigorosamente adatte per bambini) poi ha lasciato la sua impronta sul muro. I colori del tramonto, arancione e giallo, fanno da sfondo alle ombre nere di una mamma e un bambino in ginocchio che pregano (o giocano, a seconda di come si voglia interpretare). E intorno ci sono tante impronte di manine di bambini di colore rosso, rosa, azzurro e di dimensioni diverse. Anche queste appartengono a bambini e bambine di Senago. È il nuovo murale, il terzo, realizzato dallo street artist Luca ‘Zak’ Coia nel luogo in cui è stato ritrovato il corpo senza vita di Giulia Tramontano, in via Monte Rosa a Senago.

Nessuno vuole dimenticare la 29enne, incinta al settimo mese di gravidanza, uccisa dal compagno reo confesso Alessandro Impagnatiello nella notte di sabato 27 maggio: qualcuno porta ancora fiori o biglietti vicino alla panchina rossa nel parco Falcone e Borsellino di via Pacinotti. Altri invece passano proprio in via Monte Rosa per vedere le opere realizzate in questi mesi. "Con questo terzo murale si completa il lavoro per ricordare Giulia e il suo bambino che sarebbe nato in estate. Le mani dei bambini le ho volute io – spiega l’artista senaghese – i bambini come Thiago anche se sono piccoli a modo loro urlano il dolore e dicono ‘ci siamo anche noi, ascoltateci’. Enea è il più piccolo del gruppo, è passato con la sua mamma, con lui abbiamo scattato la foto che in queste ore sta suscitando grande emozione". L’opera si aggiunge agli altri due murales realizzati a giugno sulle pareti dei garage dietro i quali Impagnatiello aveva abbandonato il corpo di Giulia, dopo averlo nascosto per qualche giorno, prima in garage e poi nella cantina della palazzina di via Novella dove la coppia viveva. Quello prima era un luogo abbandonato, pieno di erbacce e sterpaglie, poi è diventato il luogo di un pellegrinaggio di migliaia di persone che portavano fiori, giocattoli e biglietti. Infine è stato stato ripulito ed è diventato “il giardino di Giulia e Thiago”. Ora su una parete c’è la riproduzione, rivisitata in stile graffito, della foto fatta al mare di Giulia in costume da bagno, che accarezza il pancione, bella e serena. A fianco, sulla sinistra, c’è un’immagine di come Giulia avrebbe potuto essere se non fosse stata uccisa, con il piccolo Thiago tra le braccia sollevato dolcemente verso il cielo. Sull’altra parete ci sono le scritte con i nomi di ‘Giulia’ e ‘Thiago’ dipinti e decorati da Mary Cunzolo.