ANDREA GIANNI
Cronaca

Giovanni Sala morto davanti a Sky. Due vigilantes nei guai: “Fu omicidio preterintenzionale, diedero sfogo a istinti violenti”

Chiuse le indagini, le due guardie rischiano il processo per l’accusa più grave. Determinanti video e autopsia "Agirono senza un pericolo concreto". La rabbia dei familiari: era in stato confusionale, dovevano aiutarlo

Giovanni Sala

Giovanni Sala

Milano – Gianni Sala fu immobilizzato in modo violento quando non c’era "alcuna necessità di tutelare persone o cose da pericoli concreti". I vigilantes, in quell’azione nei confronti di una persona che era fuori controllo per aver assunto alcol e droga, secondo la Procura diedero "sfogo a istinti violenti e inutilmente prevaricatori". Rischiano il processo per l’accusa di omicidio preterintenzionale le due guardie giurate che, nella notte tra il 19 e il 20 agosto dello scorso anno, intervennero per bloccare davanti alla sede di Sky a Rogoredo il 34enne, che era "in evidente stato di alterazione" e che morì per arresto cardiaco, dopo essere stato anche tenuto a terra con un ginocchio sulla schiena per poco più di un minuto.

Scene riprese integralmente dall’impianto di videosorveglianza, che ha consentito alla Squadra mobile di ricostruire la drammatica sequenza. Ulteriori elementi sono arrivati dall’autopsia e dall’esame medico legale sulle cause della morte. Il pm di Milano Alessandro Gobbis ora ha chiuso le indagini in vista della richiesta di processo, modificando l’imputazione per i due vigilantes (difesi dall’avvocato Camilla Urso): da quella originaria di omicidio colposo a quella più grave di omicidio preterintenzionale.

La sequenza della colluttazione e, ultima foto, il disperato tentativo di rianimarlo col massaggio cardiaco
La sequenza della colluttazione e, ultima foto, il disperato tentativo di rianimarlo col massaggio cardiaco

l 34enne palermitano, con problemi di tossicodipendenza, da qualche anno si era trasferito nella casa della madre a Germignaga, nel Varesotto. Un’esistenza difficile, con lunghi periodi trascorsi sulla strada, fino a quella tragica notte nei pressi dell’ex “boschetto della droga" e delle nuove aree di spaccio a Rogoredo. Sala urlava frasi sconnesse come "mi stanno inseguendo, chiamare police".

Compare nel filmato alle 23.56. Fa avanti e indietro più volte in preda ai deliri, con movimenti senza senso. Poi si avvicina ai vigilanti con un atteggiamento che, all’apparenza, non è minaccioso. Dopo una ventina di minuti viene respinto da uno dei vigilanti, che lo fa cadere a terra. Sbatte la testa contro il marciapiede. Poi, alle 00.25, la guardia giurata più giovane si posiziona sulla schiena di Gianni Sala con un ginocchio e ci rimane fino alle 00.32. Alle 00.33 i vigilanti praticano un massaggio cardiaco. L’ambulanza arriva alle 00.47, quando per il 34enne non c’è più nulla da fare. L’automedica, all’1.03, può solo constatare la sua morte. "Gianni era in stato confusionale ma non era aggressivo – aveva spiegato al Giorno il fratello, Danilo – è stato trattato con violenza da persone che invece avrebbero dovuto aiutarlo e chiamare i soccorsi". I familiari, assistiti dall’avvocato Andrea Orabona, da quella notte si stanno battendo per "avere giustizia".

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