ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Le memorie di Giovanni Cafaro, il primo “codista”: “Io, in fila al posto del mio cliente per il Duomo, le Poste o Belen”

Classe ’71, laurea in Scienze della comunicazione, ex consigliere a San Donato ricorda con orgoglio e sorrisi la sua esperienza “pionieristica“ nata ormai dieci anni fa

Giovanni Cafaro mostra il contratto collettivo nazionale da codista davanti al Duomo di Milano

Giovanni Cafaro mostra il contratto collettivo nazionale da codista davanti al Duomo di Milano

San Donato (Milano) – Dieci anni fa si è inventato da zero un mestiere: il codista, ossia chi fa la fila negli uffici pubblici, per conto terzi. Dieci euro all’ora il costo del servizio. "Oggi faccio altro, ma confesso che le code un po’ mi mancano. Dover impiegare il tempo è un ottimo pretesto per socializzare". Giovanni Cafaro, classe 1971, una laurea in Scienze della comunicazione, ex consigliere comunale a San Donato, ricorda così la sua esperienza di primo codista d’Italia. Un’attività che ha ideato nel 2014 e praticato fino al 2017. Un mestiere che, a suo modo, ha fatto scuola, offrendo opportunità di lavoro a più di una persona.

"Ai tempi, avevo perso il mio lavoro di rappresentante di commercio ed ero alla ricerca di un’alternativa. Un giorno mi trovano in posta, in attesa del mio turno. Era una di quelle giornate, dove i terminali funzionano a singhiozzo e i clienti, chi più chi meno, danno segni di nervosismo. Proprio in quel momento mi è venuta l’illuminazione".

Tornato a casa, Cafaro confeziona il testo di un volantino e lo stampa in 5mila copie per distribuirlo in vari quartieri di Milano. "La tua coda? Da oggi la prendo io", è lo slogan. Funziona. Le prime richieste non tardano ad arrivare. Catasto, Comune, Poste, Equitalia: per tre anni la sua vita è stata un andirivieni dagli sportelli. "Mediamente riuscivo a fare due servizi la mattina e due nel pomeriggio. La fila più lunga? Otto ore ininterrotte, in un centro commerciale, per accaparrarmi il primo modello di I-phone per conto di un giovane cliente".

La voce si diffonde anche al di fuori di Milano e c’è chi prende spunto per sperimentare, a sua volta, quest’attività. "Mi contattavano da varie parti d’Italia per ricevere consigli. Giovani, disoccupati, donne intenzionate a rientrare nel mondo del lavoro. E allora ho iniziato anche un’attività di formazione: tenevo corsi per aspiranti codisti. Ne ho formati circa 1500. Alcuni lavoravano in proprio, altri venivano assunti dalle aziende per il disbrigo delle pratiche burocratiche". Non solo. "Ho contribuito a formalizzare la professione con un contratto collettivo. Alla mia esperienza si è ispirato un imprenditore americano, che ha creato a New York un’agenzia di codisti, pagati 20 dollari l’ora. E il termine codista è entrato persino nell’enciclopedia Treccani".

"Ora gli appuntamenti negli uffici pubblici si possono prenotare, ma c’è ancora chi pratica questo mestiere". Oggi Cafaro, impiegato amministrativo in un’azienda, è presidente del movimento Disabili articolo 14 che si batte per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. E accarezza sogni politici, come quello di candidarsi come consigliere comunale di Fratelli d’Italia alle prossime elezioni amministrative di Milano.