Giovanissimi con ansie e fobie, effetto post lockdown

Ansie e fobie nel long Covid dei ragazzi, 1 su 3 è in cura per disturbi legati al lockdown e alla didattica a distanza. Il viaggio nell’ambulatorio Zero-17 del Fatebenefratelli a Cernusco, il nuovo servizio dedicato ai disturbi di apprendimento, racconta quanto sia profondo il segno lasciato dalla pandemia nella psiche di bambini e adolescenti. Dopo una fase sperimentale l’ambulatorio funziona ormai a pieno ritmo. Sono già 30 i giovanissimi pazienti, quasi tutti in arrivo dall’hinterland, dei quali si occupa un’équipe che va dal neuropsichiatra al logopedista. "I minori che arrivano qui su indicazione del pediatra, della scuola o per iniziativa della stessa famiglia presentano problemi molto diversi – spiega la psicopedagogista Fiorenza Ricciardi (nella foto), responsabile del progetto -. Dopo la diagnosi vengono indirizzati al percorso più adatto al caso. Dalle prime visite cogliamo segnali di una difficoltà nella regolazione emotiva, ritiro sociale, disturbi del sonno o dell’alimentazione, frutto degli stili di vita ridisegnati dalla crisi sanitaria". Le famiglie sono più reattive di una volta: c’è una maggiore propensione a riconoscere i segnali del disagio e a chiedere aiuto ai professionisti. Almeno la metà dei pazienti di Zero-17 viene segnalato dagli stessi genitori, mentre in passato la percentuale era molto inferiore. Del resto, anche le famiglie hanno dovuto modificare radicalmente le proprie abitudini di vita e gestire i figli durante il lockdown, oltre alla situazione complessiva e la novità dello smart working ha causato un sovraccarico di fatica che si sconta. E gli effetti sui più giovani sono evidenti, anche sui più piccoli che spesso mostrano problemi di linguaggio. Il Fatebenefratelli è un punto di riferimento in città e per il territorio. Con oltre 400 ospiti e uno staff che si aggira sulle 400 unità, è fra le maggiori strutture di riabilitazione psichiatrica della Regione. Il nuovo ambulatorio è autonomo, allestito in locali indipendenti, convenzionato con il sistema sanitario nazionale, ma non è ancora coperto da ticket. Per questo l’ospedale ha lanciato una campagna di fundraising per abbassare le tariffe specialistiche. Si dona direttamente dal sito www.fatebenefratelli.it

Barbara Calderola

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