Giornata internazionale dell'infermiere: lavoro impegnativo "ma farlo bene è gratificante"

All’istituto clinico Humanitas hanno deciso di omaggiare simbolicamente i loro professionisti regalando un vasetto di semi di girasole, un fiore simbolo di vita e bellezza

L'infermiera Megan Gabriele

L'infermiera Megan Gabriele

Rozzano (Milano) - Oggi si celebra la Giornata internazionale dell’infermiere e all’istituto clinico Humanitas hanno deciso di omaggiare simbolicamente i loro professionisti regalando a ognuno un vasetto di semi di girasole, un fiore simbolo di vita e bellezza che potrà sbocciare grazie alle attenzioni di chi se ne prenderà cura. Un piccolo gesto che racchiude il senso profondo della professione infermieristica, fatta di impegno costante e tante gratificazioni. La data è fortemente simbolica: in questo stesso giorno, nel 1820, nasceva Florence Nightingale, considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna. La Nightingale è passata alla storia come una professionista instancabile, che contribuì significativamente alle primissime organizzazioni degli ospedali da campo e all’applicazione del metodo scientifico alla professione infermieristica. L’appuntamento del 12 maggio è un’occasione per valorizzare la centralità del ruolo dell’infermiere nel sistema sanitario: è proprio nella loro figura professionale che competenza, empatia e professionalità si incontrano a beneficio dei pazienti e delle loro famiglie.

Un lavoro tanto importante quanto impegnativo, come ci dice Megan Gabriele, infermiera del pronto soccorso di Humanitas: "In questo mestiere ci sono tantissime cose che mi gratificano ogni giorno, in primis quando sento di far del bene al paziente. Spesso mi sembra di fare delle piccolezze, ma poi mi fermo e realizzo che, nel mio lavoro, anche attraverso un piccolo gesto è possibile riempire il cuore di un’altra persona e questo pensiero mi dà la forza di andare avanti". In questo giorno di festa un pensiero va anche a tutti i giovani infermieri di domani: "Ai giovani che vogliono diventare infermieri voglio dire di non mollare, perché le soddisfazioni che offre questa professione valgono tutto il duro impegno che c’è dietro – spiega Alessandra Pecco, anche lei infermiera nel pronto soccorso di Humanitas –. Niente gratifica più di vedere un paziente migliorare, anche grazie al tuo lavoro".

 

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