Lotta all'Aids, Milano bocciata: "Capitale italiana dei contagi, serve svolta culturale"

Il severo giudizio di Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge e storica attivista per i diritti delle persone con Hiv

Lotta all'Aids

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Milano, 30 novembre 2020 - "Il ruolo delle città nella lotta al contagio lo abbiamo visto con il coronavirus. Abbiamo visto come un governo locale attivo nel contrasto a un'infezione possa fare la differenza. E le città oggi a livello europeo e internazionale stanno diventando un punto centrale per la diagnosi precoce dell'Hiv. Peccato che Milano, che resta capitale dei contagi in Italia, pur essendo stata la prima a firmare l'adesione al network delle 'Fast Track Cities' oggi sia l'ultima della classe quanto a impegno. Il sindaco Beppe Sala si deve dare da fare".

E' la visione di Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge e storica attivista per i diritti delle persone con Hiv che, alla vigilia della Giornata mondiale contro l'Aids dell'1 dicembre, esorta la metropoli lombarda a un cambio di passo. "Mi duole dirlo - sottolinea all'Adnkronos Salute - perché sono stata io stessa a fare pressione perché il Comune di Milano entrasse nel progetto Fast Track Cities" che punta a tre obiettivi: 90% delle persone con Hiv consapevoli del proprio stato di salute, 90% sotto cura fra chi ha bisogno di trattamenti, 90% con una carica virale non rilevabile. "Ma a parte la buona volontà e il gran lavoro di Milano Check Point o l'impegno personale di alcuni clinici, non è stata data a questo progetto l'attenzione che avrebbe meritato. Finché non cambia la cultura degli enti locali, e Milano la deve cambiare questa cultura - incalza Iardino - non riusciremo a fare un contrasto reale alla diffusione dell'Hiv, a far emergere il sommerso, a curare e ridurre lo stigma. Se le città si mettono in gioco, le persone recepiscono il messaggio, capiscono l'importanza di fare i test per la diagnosi dell'Hiv e cominciano a mettersi in fila per farli davvero".

a presidente di The Bridge guarda ai dati delle Fast Track Cities: "La città migliore su questo fronte è stata Bergamo. Mi fa piacere per Giorgio Gori e per il capoluogo orobico, e sono dispiaciuta per Milano. Iniziative come la nascita di un Check Point", un punto di riferimento dove poter fare i test e avere informazioni, "sono importantissime, ma le associazioni qui stanno facendo un lavoro immenso senza ricevere un euro dal Consiglio comunale. La comunicazione dell'impegno e l'importanza che si dà alle cose passa anche tramite gli atti. In questo Milano è stata battuta da Bergamo 2 a zero. Noi come Fondazione The Bridge abbiamo pagato campagne, ci eravamo dati da fare insieme ai clinici e all'Ats, ma l'amministrazione milanese non è stata conseguente. Mi auguro che capiscano quanto è importante"

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