Prete morto a Bresso, gli sms e il giallo degli ultimi incontri

Il sacerdote ha lasciato un biglietto d’addio. Un amico: "Prima di partire stava bene, vogliamo chiarezza"

Donatien Mbayhornom

Donatien Mbayhornom

Dal Ciad è volato fino all’Europa per trascorrere un periodo di studio e formazione spirituale, “inviato“ in Italia dalla sua Diocesi nel Paese africano. Il 18 settembre ha preso un treno da Locarno, cittadina svizzera affacciata sul lago Maggiore dove aveva trascorso alcuni giorni di vacanza, e ha raggiunto la stazione Centrale di Milano. Da lì avrebbe dovuto prendere un altro treno diretto verso Roma, ma nella capitale non è mai arrivato. Il cadavere di Donatien Mbayhornom, sacerdote di 39 anni, è stato trovato mercoledì in via Fabio Filzi a Cormano. Era seduto a terra, a ridosso dell’inferriata esterna del cimitero, con una cintura legata a un maglione intorno al collo.

Il biglietto

I primi rilievi sembrano orientare le indagini dei carabinieri di Sesto San Giovanni, coordinati dal pm di Milano Alessia Menegazzo, verso un suicidio, una tragedia dovuta a una profonda crisi che avrebbe colpito il religioso durante il suo soggiorno in Europa. Sul corpo dell’uomo è stato trovato infatti un biglietto che spiegherebbe le ragioni del gesto, e anche una frase scritta sul suo “stato“ di WhatsApp ("Grazie a tutti", rivela un amico del sacerdote) farebbe propendere per un gesto volontario. Dai primi esami sul cadavere, inoltre, non ci sarebbero segni evidenti di violenze ad opera di altre persone.

I punti da chiarire

Restano però diversi punti da chiarire, a partire dai suoi spostamenti a Milano avvolti nel mistero, partendo dai pochi punti certi. I bagagli di Donatien sono stati trovati abbandonati nel centro di Milano, davanti a un palazzo di proprietà di privati. Nei giorni immediatamente successivi al 18 settembre il telefono cellulare, trovato nelle tasche dell’uomo a Cormano, risultava attivo. E il 20 settembre è stata denunciata la scomparsa. Il sacerdote proveniente dal Ciad, infatti, era atteso in una delle sedi dell’Università Pontificia a Roma (la denuncia, apprendiamo, è arrivata ai carabinieri da Firenze per una questione pratica). Avrebbe trascorso quindi alcuni giorni a Milano, come “inghiottito“ dalla metropoli, forse vagando per le strade in stato confusionale o forse ospite da qualcuno. E dal centro della città ha raggiunto via Filzi a Cormano, distante una decina di chilometri. Una zona isolata e nascosta dalle piante anche se raggiungibile in mezz’ora con i mezzi, con un tragitto metropolitana-autobus, o con una vettura. Per arrivarci a piedi da Milano, invece, bisogna camminare per quasi due ore. Per quale motivo Donatien è andato a Cormano, città dove secondo i primi accertamenti non aveva legami o contatti? Qualcuno lo ha accompagnato in auto in quella zona isolata? Di certo quando il custode del cimitero ha fatto la macabra scoperta il corpo presentava già un inizio di decomposizione, quindi si trovava lì da qualche giorno.

Gli ultimi contatti di Donatien

Il sacerdote aveva in tasca telefono e documenti, oltre al bigliettino. L’autopsia, disposta dalla Procura, dovrà accertare le cause e anche la data della morte, mentre investigatori e inquirenti stanno cercando di ricostruire gli ultimi contatti del 39enne e i suoi movimenti. "Lo conosco bene e finora non aveva mai manifestato problemi di alcun tipo – spiega don Carlo, un connazionale che ha studiato nello stesso seminario nel Ciad – vogliamo che venga fatta chiarezza sulla sua morte. Donatien era stato mandato a Roma per studiare, ma prima di partire ha trascorso alcuni giorni in Svizzera, ospite da un altro sacerdote del Ciad. Era atteso alla stazione Termini, hanno provato più volte a chiamarlo ma non ha mai risposto". Sul caso si è mobilitata anche l’associazione Penelope, in prima linea nella ricerca di persone scomparse, che aveva diffuso la sua foto e lanciato un appello per raccogliere segnalazioni utili. Altri appelli sono rimbalzati sui social, anche da parte di persone vicine ai missionari italiani che operano nel Ciad. La Diocesi di Doba ha diffuso un messaggio di cordoglio: "Preghiamo per lui, per sua madre e per la sua famiglia. Attendiamo che vengano espletate le procedure amministrative per avere la possibilità di rimpatriare la salma".

 

 

 

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