
lo chef Giacomo Bulleri
Milano, 8 settembre 2019 - Arrivarono i toscani. E nel dopoguerra si presero la nuova scena del centro di Milano. Bice, L’Assassino, Le Colline Pistoiesi. Anche Giacomo, il più longevo e abile di tutti. Si è spento all’età di 94 anni Giacomo Bulleri, chef e restaurant man, oste moderno. Un simbolo della grande ristorazione classica italiana. Quei piatti di tradizione e territorio, curati dalla materia prima ai fornelli, ma con la firma del patron, che fanno impazzire i clienti abituali e gli stranieri. I milanesi del centro, che hanno visto nei toscani a Milano l’unica credibile alternativa ai ristoranti di nobile cucina meneghina. Poi da Giacomo in via Donizetti, a due passi dalla Scala e Palazzo Marino, passava il mondo. Un posto da vip di ogni arte e mestiere. Anche per questo, nel 2017 il New York Times titolava “The man who cooked for Italy”. Nato a Collodi nel 1925, Bulleri si trasferisce giovanissimo a Torino, ma nel 1958 apre a Milano la Trattoria Da Giacomo, rivisitazioni della grande cucina toscana e italiana con materia prima all’altezza.
Lo stile informale ed esclusivo del luogo, ideale per il dopo teatro, porta ai suoi tavoli la Callas, Kissinger, Versace, Mondadori, Montanelli, i Moratti. L’incontro con l’architetto Mongiardino e il primo passaggio generazionale con la figlia Tiziana e il genero Marco Monti (con lo studio Peregalli), fa nascere gli altri ristoranti, declinando la sua visione di trattoria contemporanea, senza perdere l’impronta di una ristorazione famigliare, dove i clienti diventano amici. Li frequentavano Franca Sozzani, Mike Bongiorno, Michelle Obama, Woody Allen, Maradona, Morgan Freeman, Mick Jagger, Madonna, Rania di Giordania.
L’anno scorso era ritornato in Toscana, a Pietrasanta, per portare il suo brand internazionale in Versilia. Elisabetta Sgarbi ha raccontato il suo universo in “Ricette di vita” (2013), Milano l’ha insignito dell’Ambrogino d’oro, la Regione Lombardia dell’insegna di Negozio Storico. La figlia Tiziana Bulleri e Marco Monti hanno deciso l’ingresso nella cucina di Giacomo Arengario del giovane Executive Chef romano Emanuele Settel, cresciuto con Philip Guardine tra Miami e Ibiza, dopo essere passato dal Bistrot di via Sottocorno e a Pietrasanta. Al suo fianco l’head chef peruviano Jose Carlos Otoya Angulo, l’ultimo collaboratore cresciuto al fianco del fondatore Giacomo Bulleri. Coloro che desiderassero visitare la salma potranno recarsi presso la casa funeraria di piazza Mistral 9 oggi dalle 9 alle 18 e domani dalle 9 alle 12; i funerali si svolgeranno domani alle 14.45 alla Chiesa di Santa Maria della Passione, in via Bellini 2.