Già rallentano i saldi partiti bene

Valutazioni in chiaroscuro degli affari di dicembre e gennaio. "I costi aumentano, i ricavi molto meno"

di Valeria Giacomello

Shopping e sconti: a poco più di due settimane dall’inizio dei saldi invernali i commercianti cominciano a tirare le prime somme. Secondo Caterina Ippolito, presidente dell’associazione territoriale della Confcommercio di Melegnano, il 2022 si è concluso nel segno di una sostanziale stabilità delle vendite e i saldi sembrano essere partiti con il piede giusto, con un 3% in più rispetto all’anno precedente.

"La stagione è partita a razzo – conferma Paolo Codeghini, titolare del negozio Paolo Calzature – ma poi c’è stato un rallentamento. Quest’anno ho utilizzato un sistema di messaggistica verso i clienti che ha funzionato molto bene e in generale non mi posso lamentare, dato che da novembre a gennaio ho registrato un 20% in più di vendite rispetto all’anno precedente". Non è altrettanto positiva l’esperienza di Lodovica Curti, da 41 anni titolare del negozio L’angolo della Moda. "Dopo un inizio positivo – spiega – le vendite si sono fermate. Speravo meglio, evidentemente la gente non vuole spendere. Guardando ai decenni precedenti le differenze sono abissali, non è più conveniente gestire un negozio perché le spese sono troppo alte rispetto ai guadagni. A dicembre ho fatto la domanda per la pensione, appena possibile chiuderò l’attività".

In controtendenza Valerio Casiglio, giovanissimo titolare di Fashionable, che a soli 26 anni ha aperto il suo negozio di moda. "Ho sempre lavorato nel settore dell’abbigliamento – racconta – e lo scorso novembre mi sono lanciato. Rispetto ai saldi mi aspettavo qualcosa di più, ma a dicembre le vendite sono andate molto bene. Evidentemente i clienti hanno deciso di investire tutto il loro budget nei regali di Natale".

Per un giovane che apre, un negozio storico si conferma: Morelli Tessuti è presente in città da 102 anni. "La prima settimana è andata molto bene – dichiara Marco Morelli – e anche a dicembre non ci possiamo lamentare. Certo, non è più come una volta, le vendite online penalizzano esercizi come il nostro. Fino a qualche anno fa a quest’ora ci sarebbe stata la fila fuori dal negozio". "Per i consumi nel settore moda – è la conclusione di Caterina Ippolito – preoccupano gli effetti dei costi energetici lungo tutta la filiera. Fa riflettere l’aumento dei canoni di locazione in funzione dell’inflazione. In pratica, i nostri negozi pagheranno una mensilità in più all’anno per l’adeguamento Istat".

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