Polemica per Ghali in preghiera alla Mecca: i fan si dividono e l’Imam lo bacchetta per il post social

L’artista milanese ha pubblicato su Instagram una foto del suo pellegrinaggio nella città santa dell’Islam per celebrare la fine del Ramadan: lo scatto ha acceso dibattiti

La foto alla Mecca pubblicata da Ghali su Instagram

La foto alla Mecca pubblicata da Ghali su Instagram

Una foto che, come prevedibile, ha alzato un polverone. Il rapper Ghali ha pubblicato su Instagram una foto del suo pellegrinaggio alla Mecca per celebrare la fine del Ramadan. L’artista, nato e cresciuto a Milano ma da genitori Tunisini, non ha mai fatto mistero della sua fede islamica, dovuta alle sue radici. E con quel post ha voluto ribadire con forza il suo legame stretto con le sue origini, pur essendo italiano a tutti gli effetti.  

I fan divisi

Lo scatto ha fatto parecchio discutere. Tra i commenti, i follower del rapper si dividono: alcuni positivi in cui viene espresso sostegno al cantante: “Un artista così apertamente musulmano é raro. Dio proteggilo non farlo cadere in tentazioni” o anche “Chiamatelo come volete. Finché professa amore va bene qualsiasi Dio”. Poi c’è invece chi preferirebbe che personaggi pubblici come il rapper della Barona non professassero in modo così plateale la loro fede: “La religione è solo un pretesto per litigare. Ti ammiro e rispetto per la fede che hai ma preferisco di gran lunga una mentalità laica senza nessun dio che divida ma solo bei sentimenti che uniscono” oppure “non sono mussulmano anzi sono ateo, ma io non ostenterei in nessun luogo di preghiera di qualsiasi religione”. Ad altri invece non è sfuggito un dettaglio per cui il cantante ha ricevuto diverse critiche: “Ghali non sa che è proibito avere i tatuaggi nella religione islamica? Il rapper non sa che non si può effettuare il Ramadan con i tatuaggi? Apoteosi dell'ipocrisia”. Nella foto di Ghali, effettivamente, si intravede un piccolo tatuaggio sull’avambraccio destro. In realtà però l'Islam richiede ai fedeli il Wuḍū, la pulizia rituale prima della preghiera, e il rispetto della creazione. Nient'altro di esplicito si trova nel Corano, che non menziona affatto i tatuaggi.

L'Imam Yahya Pallavicini: “Evitare spettacolarizzazione del pellegrinaggio”

''Merita rispetto la preghiera di Ghali'' alla Mecca, ''eviterei la spettacolarizzazione del pellegrinaggio della vita e la visita della Sacra Casa alla Mecca'', che ''per un musulmano sono sempre occasioni benedette di sviluppo interiore ed esteriore''. Così l'Imam Yahya Pallavicini, vicepresidente di Coreis (Comunità Religiosa Islamica Italiana) e Imam della Moschea al-Wahid di Milano, ha commentato la foto di Ghal in preghiera davanti alla Kaaba alla vigilia della fine del Ramadan. ''Non conosco Ghali ma la sua preghiera merita rispetto, eviterei la spettacolarizzazione'', afferma Pallavicini, soffermandosi su come l'artista ''possa essere ispirato e ispirare il suo pubblico nell'ascolto dell'armonia del cantore e del recitatore che chiama alla preghiera cinque volte al giorno alla Mecca e che intona la bellezza della Rivelazione divina che pacifica i cuori dei credenti sinceri''.

Un messaggio positivo, quindi, quello che viene dal rapper di origini tunisine che a Sanremo aveva provocato polemiche denunciando 'il genocidio in corso a Gaza'. Ma piuttosto limitato ai suoi fan e senza farsi troppe illusioni sugli effetti che può portare. ''Penso che le immagini positive siano la discrezione e la serietà dei moderati musulmani e israeliani che si incontrano al Cairo per cercare un accordo mentre alcune truppe dell'esercito si ritirano dal sud. Un altro segnale serio su cui sperare e pregare è la liberazione dei rapiti'', sottolinea l'imam di Milano. Che conclude: ''Sarebbe bello ascoltare le commozioni di Ghali quando torna in Italia. Gli auguro un pellegrinaggio benedetto''.