Ghali e il tumore della mamma: “Ero bambino, poi è tornato durante il Covid. Una canzone? Forse”

Milano, il rapper all’incontro organizzato dall’Istituto europeo di oncologia si è rivolto pazienti ed ex pazienti: “Siete voi che mi avete salvato”. E poi ammette: “È la prima volta che ne parlo, è una cosa che non ho ancora affrontato”

Teatro Manzoni: IEO con LE DONNE, presente il rapper Ghali

Teatro Manzoni: IEO con LE DONNE, presente il rapper Ghali

Milano, 24 maggio 2024 – Ghali a cuore aperto e, per la prima volta, affronta un argomento che lo ha toccato nel profondo: la malattia di sua madre Amel. 

“Tutto bene, mamma è qui con noi”, ha esordito il cantante nato a Milano ma di origini tunisine, una volta salito sul palco del Teatro Manzoni di Milano. In platea c’erano le donne, pazienti ed ex pazienti, dell'Istituto europeo di oncologia, riunite per il consueto meeting voluto per la prima volta dall'oncologo Umberto Veronesi e ormai tradizione consolidata che va avanti anche dopo la sua scomparsa, seppur con un nome nuovo: non più 'Ieo per le donne', ma 'Ieo con le donne'.

Il rapper ha voluto esorcizzare “l'emozione”, ha spiegato, dichiarando subito i suoi sentimenti. Timidamente, quando ha raccontato della battaglia contro il tumore al seno affrontata da sua mamma, all'inizio ne ha parlato come di “quella cosa che è successa”.

“Pensavo di prepararmi un discorsetto, ma per certe cose non ci si può preparare”, ha sorriso. È una storia "partita tanti anni fa – ha detto  - e negli anni ho notato anche la differenza su come viene affrontata ormai. Ho attraversato questa cosa per la prima volta nel 2001. Erano altri tempi, altre cure, anche un altro momento per me e lei. Ma, una volta superato, è cambiato tutto in meglio. Sono cambiate tante cose in me, in noi, nella nostra vita".

La malattia di Amel è arrivata in un momento difficile. Ghali era un bambino, frequentava le scuole elementari. “A quell'età sono stato scosso da tanti traumi, e questo fu uno di quelli. Però nonostante tutto ho dei bei ricordi, anche simpatici. Ho dei ricordi forti d'amore". Per esempio di quando “io e mia mamma andavamo a trovare mio padre in carcere, lei aveva la parrucca e riusciva a nasconderlo talmente bene, le prime volte, che lui non se ne accorgeva che era una parrucca. E noi andando ci fermavamo nei parcheggi, perché lei doveva grattarsi la testa, le prudeva perché aveva perso tutti i capelli. Ci fermavamo e ridevamo di questa cosa, lei tantissimo. È stata fortissima". 

E ancora, “nel frattempo ci avevano sfrattati, non avevamo casa. Ma è stato assurdo come, appena superato, tutto è migliorato. È entrata una luce nella nostra vita, ci hanno dato la casa, ho iniziato a vivere nel quartiere che poi mi ha cresciuto e che ci ha dato tanta creatività e tanta forza: Baggio, il mio quartiere. E' entrata la fede, ho iniziato a credere tantissimo in Dio. Mi si è accesa la passione per la musica. Ne siamo usciti alla grande”.

Ghali insieme a sua mamma (Foto profilo Instagram)
Ghali insieme a sua mamma (Foto profilo Instagram)

Poi, però, ha continuato Ghali, “dopo tanti anni pensavamo di lasciarci la cosa alle spalle, ma durante il Covid è tornata. E abbiamo avuto la fortuna di essere seguiti da dei dottori incredibili e fantastici che ci hanno salvato ancora una volta, li ringrazio e faccio un applauso a loro. Provo tanta ammirazione per voi, mi ispirate tanto e siete anche un esempio. Mia mamma ha sempre voluto che diventassi un pilota o un dottore”, ha ammesso, scatenando l'ilarità del pubblico, sottolineata anche dal commento dell'attrice Lella Costa, al suo fianco nel palco: “Meno male che non le hai dato retta”.

"Aiutami”, ha chiesto Ghali e Lella Costa, in un momento in cui l'emozione è tornata a farsei sentire. Non è facile parlare oggi qui, ha ribadito l'artista. Mamma Amel era seduta in prima fila e lo ha guardato per tutto il tempo. “Non sono nessuno per dire quale sarebbe il modo per affrontare questa cosa, non saprei cosa dire perché davanti a me ho persone che hanno attraversato” la malattia “in prima persona. Cosa potrei dirvi io? Siete voi che mi avete salvato. Siete voi le amiche di mia mamma che in quel momento c'erano e che mi hanno tenuto compagnia, che venivano a prendermi alle elementari per portarmi in ospedale da lei. Siete voi, sono i dottori. Io ero semplicemente lì”.  

Però, ha rivelato tra gli applausi e gli appelli di chi vorrebbe sentirlo cantare, “mi sembra un'occasione giusta per iniziare a pensare qualcosa. O magari ci scriverò una poesia o una canzone”. E ha concluso: È una cosa che mi sta a cuore, ma è anche una delle cose che non ho ancora affrontato. Come tanti argomenti che ho paura di andare a toccare. Questa cosa qui è come se l'avessi vissuta io  e per andare a riaprirla c'è bisogno di una certa maturità. Forse adesso sono pronto ad affrontarla. Oggi è la prima volta in assoluto che affronto una cosa del genere parlandone così davanti a delle persone. E magari chissà, anche nella mia arte, nella musica, riuscirò ad affrontarla”.