Milano – Di necessità virtù. Sebbene i genitori milanesi siano per molti aspetti del tutto simili ai “colleghi” del resto del paese, per alcuni elementi si contraddistinguono nello scenario nazionale. Ma partiamo da un presupposto: alcuni sentimenti e preoccupazioni (solitudine emotiva, senso di inadeguatezza, genitorialità performativa ed elevati livelli di stress) accomunano tutti. Ma a Milano assumono sfumature diverse. Ecco quali.
A fornire un’istantanea delle sfide e delle difficoltà di chi in Italia fa figli è il primo Osservatorio di Fater, in collaborazione con l'istituto di ricerca Eumetra. Il progetto di ricerca è partito dall'ascolto di esperti con diverse competenze (psicologi dell'età evolutiva, educatori, pedagogisti, pediatri, ginecologi, operatori in ambito sociale) ed ha poi raccolto le opinioni di un campione su tutto il territorio italiano di oltre 3.000 genitori in attesa, con figli in età compresa dagli 0 ai 6 anni e potenziali genitori.
Ma cosa succede all’ombra della Madonnina? I genitori a Milano mostrano preoccupazioni simili a quelle della media italiana riguardo a inadeguatezza, ma il senso di pressione rispetto alle sfide della genitorialità sembra inferiore. Il 40% dei milanesi infatti è preoccupato dall'idea di non riuscire a essere un genitore perfetto, contro una media italiana del 45%. La sensazione di solitudine è comune e rappresenta una sfida condivisa tra i genitori, è il 69% a dichiarare appunto di sentirsi solo da quando è diventata genitore. In generale, a Milano il vissuto della genitorialità sembra essere più consapevole e caratterizzato da una maggiore organizzazione, fattori legati principalmente al contesto economico e lavorativo in cui i genitori milanesi si trovano a vivere.
Il 42% dei genitori milanesi dichiara un'alta soddisfazione verso la propria situazione lavorativa (vs 34% della media Italia), che impatta positivamente sul bilancio lavoro-famiglia che risulta più positivo rispetto al resto d'Italia. Inoltre per il 22% dei genitori Milanesi la soddisfazione verso il lavoro sembra essere addirittura migliorata per effetto del cambio di prospettiva in cui il lavoro non costituisce più la priorità. Nell'organizzazione lavoro-famiglia, il sostegno del network familiare è meno presente rispetto al resto d'Italia (24% a Milano vs 33% media italiana): qui manca più spesso il supporto dei nonni e si ricorre con maggior frequenza alla baby sitter (30% milanesi vs 24% media italiani).
Le sfide economiche e di tempo che riguardano tutti i genitori sono avvertite dai genitori Milanesi in maniera più accentuata rispetto al resto d'Italia: il 61% ritiene che avere figli limiti il tempo e la flessibilità nella vita personale, rispetto al 56% della media italiana, ed il 49% riconosce il carico economico dell'avere figli verso il 43% della media italiana. Nonostante questo, a Milano una maggiore percentuale di genitori non avverte la pressione di dover gestire più tempo ed energia di quanto possa dare. Ciò suggerisce che molti si sentono più in controllo della propria vita e delle proprie scelte rispetto alla media italiana, tant'è che a livello personale, 3 genitori su 5 dichiarano di sentirsi soddisfatti della propria vita personale, un dato superiore alla media italiana ( 2 su 5).
In questa fotografia emerge come nel vivere la genitorialità le aziende siano sempre più preponderanti. Le politiche di welfare aziendali, infatti, sono considerate un vero e proprio ago della bilancia per molti genitori del capoluogo meneghino: il 34% di loro riconosce alla società la responsabilità di creare una rete di supporto, un percentuale pari (32%) lo richiede, invece, alle imprese, a riprova del ruolo chiave delle aziende, che possono rappresentare una svolta sociale, una sorta di nuovo sistema di welfare.