
Ruben
Razzante*
La violenza sulle donne, oltre che provocare traumi spesso incancellabili, presenta risvolti fortemente problematici sul fronte sociale ed economico. Le donne che escono da situazioni di violenza hanno necessità di un sostegno robusto in termini di lavoro dignitoso e di luogo di lavoro sicuro e privo di molestie. E le sinergie tra soggetti pubblici e organizzazioni private possono rivelarsi preziosissime in tal senso. Il protocollo operativo “Lavoro e violenza di genere”, presentato lunedì alla Casa dei diritti, nell’ambito del Forum del welfare 2022, ha proprio l’obiettivo di favorire il potenziamento della condizione socio-economica della donna vittima di violenza e di promuoverne l’autonomia e l’indipendenza economica. A sottoscriverlo è stato il Comune di Milano insieme alla Città Metropolitana, Afol Metropolitana, ActionAid Italia onlus e ai 14 enti della Rete antiviolenza cittadina, che hanno creato un tavolo di lavoro per identificare bisogni, criticità e buone pratiche. Solo a Milano, nel 2021, i Centri antiviolenza e le Case rifugio della Rete antiviolenza hanno accolto oltre 1.800 donne. "Promuovere l’indipendenza socio-economica delle donne significa rendere le politiche socio-lavorative sensibili alla dimensione di genere e ai bisogni di coloro che entrano o rientrano nel mercato del lavoro", tengono a puntualizzare i promotori dell’iniziativa. L’obiettivo è costruire insieme degli interventi individualizzati per accompagnare le donne nella costruzione e nel rafforzamento delle competenze e per raggiungere l’indipendenza, a partire da quella economica, attraverso formazione e inserimento lavorativo. Sono previste sessioni di formazione svolte dalla Rete antiviolenza per le operatrici e gli operatori dei Centri per l’impiego di Afol, azioni di sensibilizzazione delle aziende, analisi dei bisogni formativi e lavorativi delle donne accolte dalla Rete antiviolenza.
*Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica